Un attore di Netflix per conquistarli tutti, quando l’arte può influire sulla storia?

Ormai le serie televisive hanno preso la vita di tutti. Gente di tutte le età (vi ricordo che vostra nonna guarda Don Matteo… ed è una fiction) è immersa in storie che non esistono. Storie infinite del tipo morto un re se ne fa un altro, Games of Thrones, sono il business di oggi: un’industria senza precedenti che crea l’illusione di renderci colti ed informati – o narcisisti. Cercare di assomigliare ad un personaggio che mi ha colpito con la sua personalità.

La cosa risulta simpatica perché qualsiasi personaggio venga rappresentato, che sia un buono o un cattivo, diventa l’esempio da seguire. E stessa cosa capita per gli antagonisti.
Narcos, uno fra i più gettonati telefilm del momento, racconta la storia dei più grandi narcotrafficanti della storia colombiana. All’impatto, sembra che il genere di serie è di quelle che vogliono far vedere come sono andate realmente le cose. Al risultato no! E’ molto diverso.

Si creano veri e propri miti. Attori che diventano i personaggi di quella storia che è realmente accaduta. Viene cancellata una storia vera e viene rimpiazzata con un alto tecnicismo cinematografico.

L’industria cinematografica ha creato l’immagine falsa delle cose, ovviamente in maniera inconsapevole. Ha creato finti eroi che vivono diversamente dai reali. Sì, è un’arte il cinema, come la scrittura romanzata, quindi è giusto che venga trattata come un film… lo spettatore, lo sa! E poi, è lo stesso spettatore che vuole ciò. L’attore fa solo il suo lavoro.