La ripresa delle criptovalute: concreta oppure illusione?

Ma l'avanzamento dei "tori" non si può ancora dire se sarà sufficientemente robusto da sostenere il quadro tecnico rialzista aperto da questo rally.

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La ripresa delle criptovalute è finalmente all’ordine del giorno. L’inizio di febbraio, infatti, è stato proficuo per il mercato delle criptovalute, che è stato interessato da una nuova piccola fiammata di acquisti. L’intero comparto è tornato così a respirare una boccata di ossigeno, dopo i recenti disastri.

Un altro saliscendi per le criptovalute

Ma l’avanzamento dei “tori” non si può ancora dire se sarà sufficientemente robusto da sostenere il quadro tecnico rialzista aperto da questo rally. Insomma, non è giustificato l’ottimismo prematuro. Sono infatti molti gli analisti che invitano a mantenere una certa cautela. Sia il Bitcoin che le altre currencies digitali sono decisamente lontane dall’uscire dalla lunga fase ribassista, che ha ormai travolto il mercato da oltre un anno. Chi conosce il trading con i Bitcoin come funziona, ricorderà bene gli entusiasmi del dicembre 2017, e i drammi cominciati appena un mesetto dopo.

Di sicuro i movimenti di prezzo che hanno interessato la criptovalute a inizio febbraio sono stati incoraggianti. Addirittura Litecoin ha avuto un impressionante rialzo di circa il 40%, che l’ha portata a superare Eos e Bitcoin Cash con una capitalizzazione di 2,6 miliardi. In questo caso va detto che c’entra l’annuncio della Litecoin Foundation, di una nuova partnership con Beam per aumentare i livelli di privacy garantiti dalla sua rete di transazioni. Nonostante Litecoin ed altri esempi molto positivi, la struttura dei prezzi per la maggior parte delle criptovalute rimane debole. Seguire una strategia swing trading rimane quindi ancora più efficace che ipotizzare di cavalcare un trend.

La sostenibilità dell’economia mineraria

A proposito di struttura, è interessante osservare come alcuni cripto-esperti abbiano evidenziato un grosso rischio all’orizzonte. Riferendosi in special modo a Bitcoin, è stato evidenziato che per salvare l’industria cripto-mineraria, è necessario che il prezzo dell’oro digitale torni quantomeno in area 7.000 contro il dollaro americano. Soltanto oltre questa soglia la produzione “mineraria” diventerebbe a conti fatti insostenibile. Inoltre, considerando che con il tempo il numero dei token da minare tenderà a ridursi, il Bitcoin dovrà continuare a raddoppiare ogni quattro anni al fine di mantenere il settore minerario profittevole.

Speriamo che la ripresa delle critpovalute non sia l’ennesima chimera di passaggio.