Mi permette di dissentire?

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Mi permette di dissentire?

Nonostante i più amabili oratori continuino a propugnare un ideale di giustizia studiato a tavolino tra quelli che giocano a dama con la vita degli “insulsi”, appare chiaro che abbiano, oramai, imparato a memoria il loro fuorviante discorso scritto nel monolocale del sottopagato stagista con una lode e due master.

Eppure anche quegli insulsi capiscono dopo un po’ che il moto così meccanico delle risposte predeterminate con la giornalista di “fiducia” spinge a reputare la recita tarocca e di scarso seguito.

Perché l’unico trattato da autografare dovrebbe essere quello della congrua attinenza tra le parole dette e i fatti attualizzati. E allora cari eroi in maschera mi sa tanto che la vostra recita non è poi così in linea con l’impatto della realtà immutabile.

Sia chiaro: non che il tempo non scorra o le cose non cambino, cambiano eccome le cose, basti pensare alle foglie che cadono o i giorni che passano…il vero fulcro è da riscontrarsi nel fatto che son proprio le persone a non cambiare mai.

Continuano a vedersi sempre gli stessi volti che per non far notare la “lunga esperienza” di tanto in tanto “nascondono le rughe” dagli amici chirurghi.

Sarà pur normale vedere sempre gli stessi visi in un paesino del sud di 8000 abitanti, dove al sovversivo viene posta una taglia sulla testa per poi bruciarne il corpo sul rogo dell’esilio dalla comunità, eppure noto con disappunto che è sempre lo stesso anche il figlio del noto milanese. Egli continua a pretendere la poltrona della scrivania facendo leva sulla nobile mano di suo padre che la aiuta ad adagiarsi comodamente.

E quanto lavoro poi per l’illustre assistente che dovrà portare il caffè prima che si raffreddi mentre ha le tasche piene di cartellini da timbrare in orario.

Le persone non cambiano e son sempre le stesse a sfamare il loro ego smisurato e alquanto autocelebrativo spodestando di occasioni i volenterosi senza gloria che riempiono le membra solo di disillusione, denigrazione e numerosi “no grazie”.

Ad esempio qualche giorno fa ho saputo che Tizio, dopo aver vinto un concorso pubblico nazionale, ha dovuto cambiare la sua postazione di lavoro perché il famoso figlio di Caio, suo nuovo collega, non poteva essere oberato di una così fitta mole di lavoro.

Ma mentre Tizio è ancora da ritenersi fortunato perché anche se a tempo determinato un lavoro ce l’ha, ci son io che dissentendo resto ancora disoccupata.

Ringrazierei davvero il governo per la concessione monetaria che si appresterà ad elargire per confondere le menti di alcuni italiani, lo farei, se solo mi reputassi meritevole di carità. E le dico che se lei riuscisse a vedermi sarebbe certamente d’accordo con me, la mia tipica faccia da schiaffi mi impedisce di suscitare pietà. La mia testa è troppo alta per piegarmi così tanto al peso dei preconcetti politici e la schiena mi duole nelle riverenze.

Eh già, lei ora ride con un sogghigno fortuito perché sa che di schiaffi in faccia non ne ho presi, ma continuo incessantemente a prendere calci in c…!

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