A piedi nudi di Gabriella Vicari (recensione di Sebastiano Impalà)

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Recensione di “ A piedi nudi “ a cura di Sebastiano Impalà ( libro della poetessa Gabriella Vicari)

Premetto che sono un critico letterario molto atipico, ovvero non vado a scandagliare ogni singolo verso delle poesie cui mi accingo a scriverne una recensione. Di conseguenza non leggo mai le prefazioni altrui e, tanto meno, mi soffermo su una singola lirica. Amo centellinare le poesie, leggendone un paio al giorno per poi metabolizzarle e condensarle in una “summa” dove l’autore possa emergere nella sua totalità. Gabriella Vicari, poetessa emergente, mi ha aiutato molto in questa stesura. I suoi versi sono semplici, liberi, lineari, le poesie brevi e stringate. Non si perde nei meandri delle similitudini e metafore accattivanti.

Lei va dritta al sodo, cattura il lettore, lo prende per mano e lo accompagna dentro al pathos delle proprie sensazioni.

Autrice quasi bucolica, ama molto gli aspetti naturali della vita, adora la sua madre terra, quella Sicilia pregna di odori, di spezie aromatiche e di notti di plenilunio e, in esse si perde fino a stordirsi degli effluvi da lei stessa generati. Lei è organolettica. Scrive amabilmente di amori probabilmente mai vissuti, di amicizie e di concepimenti ideali e, come una rosa bagnata di rugiada, riesce a donare gioia e bellezza a chi la legge pur non celando i drammi e le angosce che hanno costellato la sua strada di donna. In definitiva, in questa silloge si respira molta aria fresca, si asciugano lacrime sotto lenzuola di lino, volgendo lo sguardo all’algida luna nell’attesa di un “nuovo giorno” dove il sole possa illuminare la sua e la nostra esistenza.

( Sebastiano Impalà, poeta scrittore e critico letterario)