Amor condusse noi all’amore,

a due occhi incastonati di pietre preziose nelle iridi,

ricambio d’ossigeno in quegli sguardi,

fonte d’acqua sempre viva di nuove promesse,

fino al temporale,

all’oscurarsi del nostro sole,

il cielo si fece nemico,

annerito dalle nubi accavallate,

giunte da lontano,

in realtà vicine, ma confuse oltre il manto di stelle,

Amor condusse noi ad una morte,

sangue del mio sangue,

mentre impugnasti l’arma,

come la più leggiadra delle arpe,

intonando canzoni per me,

nell’atto del finale,

il più macabro,

colpevole d’aver amato ancora,

senza futuro ai sogni,

nel giorno della mia morte.

La protagonista del canto amoroso della Divina Commedia è stata uccisa con violenza dal marito, tra il 1283 e il 1285, per adulterio.

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