La natura che ci ha dato vita, ha creato in se le condizioni del nostro adempimento e assicurato il nostro appagamento, milliardi di anni d’evoluzione hanno reso possibile la nostra nascita e la nostra sopravvivenza su questo pianeta. Per millenni, l’uomo ha apprezzato e coccolato questa natura, conscio della sua fortuna finquando si è lasciato prendere dalla prepotenza, forte dell’illusione della conoscenza conferitagli dalla pseudoscienza e dallo pseudo controllo sulla natura.

Gli antichi egizi sono responsabili della civiltà più compiuta che l’uomo abbia mai realizzato. Ma ciò nonostante, veneravano i pigmei che consideravano “guardiani della conoscenza dell’universo

Con questa poesia, provo a veicolare parte di un loro pensiero.

L’uomo è l’ultimo figlio della creazione e quindi non può essere più furbo dei minerali, dei vegetali e degli animali che sono nati miliardi di anni prima di lui. Deve quindi trarre saggezza da loro in tutto e per tutto.

Tu uomo, creatura suprema

Immagine stessa del divino.

Nella barca della vita che il sole rema

A testa alta, ti alzi fiero del tuo destino.

Ultimo figlio della creazione

Ti esalti della tua eleganza.

In grandi opere di costruzione

Sfoggi la tua intelligenza.

Tu grande filosofo

Dalla mente agile

E dal sapere inconfondibile

Tu architetto del grande trionfo,

Che ne sai dell’essere gabbiano

Che ne sai dell’essere delfino,

Del battere maestoso delle ali

Nell’azzurro dei celi,

Delle chiacchiere col vento,

Dell’intimità col mare

E del surf nella tempesta

Che ne sai tu della libertà?

Che ne sai dell’essere ghepardo,

Del sfidare suono e luce,

Che ne sai dell’essere bonobo,

Del vivere sociale,

che ne sai tu della pace?

Quel che non sai della vita,

Quei microscopici dettagli di mistica verità

Non te li inventare, chiedili a me, tua mamma

E ti darò le risposte che ho dato ai tuoi fratelli.

Il cantico del Pigmeo – di Joe