Mia Sposa

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Morte,

mia sposa,

ti attendo,

ansimante e impaziente,

sul talamo per te preparato.

Ti brama

il mio animo dolente

e tu,

famelica,

lo graffi,

spietata signora.

L’animo mio,

guerriero fiero,

ormai arreso

ti supplica.

Non sei compassionevole forse

della sua povera gota?

Rossa e

attraversata da un fiume di dolore.

Spegnilo,

te ne prego,

liberalo.

Non riesce più a combattere,

non riesce più a soffrire.

 

Marta Furnari

2 COMMENTS

  1. Le tue poesie mi piacciono una più dell’altra. Sembra che chi sta scrivendo sia a metà tra l’attendere la morte, il desiderarla intensamente (è “ansimante e impaziente”, recita il quarto verso) e l’arrendersi al suo arrivo, l’abbandonarsi totalmente a lei dopo aver tanto faticato per combatterla. E anche la Morte ha una duplice faccia: dovrebbe portare la calma, la tranquillità, e invece morde e graffia, animalesca.