Non basta uno spot!!

L'iniziativa del ministro Lorenzin non piace a nessuno...

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Può uno spot contribuire alla crescita demografica di in paese?

Pur avendo sempre riconosciuto l’efficacia comunicativa e manipolativa insita nei messaggi pubblicitari, ritengo sia molto difficile per uno spot incidere così fortemente sul cervello umano al punto di indurre a compiere scelte di vita fondamentali. E anche a voler condividere il pensiero del “mass-mediologo” americano Vance Packard che definiva la pubblicità “il grande persuasore occulto”, nutro forti perplessità sul fatto che quest’ultima possa incoraggiare percorsi di genitorialità finalizzati a contrastare il crollo definitivo delle nascite.

Perchè fare un figlio è una cosa seria.

E’ una scelta responsabile per la vita di ognuno, che va ben oltre le coccole e le tenerezze. E’una scelta che non ammette ripensamenti. Vuol dire sacrificio, dedizione ma anche gioie e gratificazioni e presuppone una sicurezza economica o almeno una stabilità occupazionale che sembra sempre meno in linea con le politiche sociali dei governi degli ultimi anni.

Ma il Ministero della Salute non pare abbia valutato attentamente le implicazioni socio-economiche che stanno alla base di una consapevole scelta genitoriale, dal momento che con una certa disinvoltura, ha lanciato una campagna pubblicitaria che nell’intento dei suoi promotori avrebbe il compito di salvare il paese da un trend demografico tutto in discesa. Stando alle previsioni infatti, nel 2050, in mancanza di politiche pro nascite, il livello di natalità in Italia sarà pari allo zero.

Di fronte ad un siffatto rischio, il Ministro Lorenzin, avendo particolarmente a cuore il destino della Nazione e volendo a tutti i costi evitare il dramma di un paese popolato solo di anziani e vecchi, ha pensato bene di istituire una giornata denominata Fertility Day, prevista per il 22 settembre prossimo. La giornata che vedrà susseguirsi dibattiti e incontri sul tema in diverse città italiane, è stata preannunciata dall’uscita in rete di una serie di cartoline che contengono spot incoraggianti, volti a favorire la procreazione.

Un invito a concepire, contenuto in frasi del tipo: ”La bellezza non ha età. La fertilità si”.

Oppure

“Genitori giovani: il modo migliore di essere creativi”.

E ancora:

”la fertilità è un bene comune”.

Di fronte ad alcune di queste perle di saggezza, c’è da rimanere basiti, specialmente se si considera il costo di simili campagne e il fatto che difficilmente potranno indurre gli indecisi a riprodursi. L’unico spot che forse verrà preso in seria considerazione, in quanto più in linea con la finalità del progetto ministeriale, potrebbe essere l’accorata esortazione ”Datti una mossa! Non aspettare la cicogna”, nella quale colgo con una certa malignità, una metafora tra il maestoso pennuto e ben più vili esemplari umani, decisamente più efficaci al raggiungimento dell’obiettivo.

Sono certa che al di là degli effetti sulla ripopolazione della Nazione, un messaggio del genere non si potrà facilmente dimenticare…

Il Ministro di fronte alle critiche feroci piovute da ogni parte, sta già facendo marcia indietro sul contenuto degli spot, e appare molto dispiaciuta per il fatto che gli italiani pare non abbiano compreso bene il senso della sua bella campagna pubblicitaria. Peccato però che non bastino solo le parole a indurre la gente a compiere scelte così impegnative! Il Presidente del Consiglio Renzi, sembra essersi dissociato dall’iniziativa della Lorenzin, dichiarando espressamente che per far ripartire la natalità occorre che siano assicurate condizioni di stabilità economica consequenziali a coerenti politiche di occupazione e sviluppo.

Staremo a vedere… anzi starete a vedere dato che nella migliore delle ipotesi nel 2050 sarò una rimbambita e incartapecorita vecchietta munita di pannolone…