Le nostre vite sono scappate di Jovan Nikolaidis

Ancora un viaggio stupendo nella cultura montenegrina

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Le nostre vite sono scappate. Sfogliando le pagine in un lunghissimo ed impegnatissimo lavoro come interprete di diverse lingue, tra le quali anche quella montenegrina, ho scoperto bellissimi racconti e versi di uno scrittore di origine montenegrino-greca. Nato appunto da padre greco e madre montenegrina, Jovan Nikolaidis è una pietra miliare nella storia culturale non solo della sua madre patria, il Montenegro, ma ancor di più – nei territori di tutta la Federazione dell’ex-Yougoslava di cui il Montenegro stesso era parte integrante.

Autore di più di una decina di libri di racconti, versi, cronache, Nikolaidis c’invita a scoprire un’anima tanto sensibile in grado di soffrire interamente con il suo popolo, e più largamente – con l’intera umanità. Rimanendo a distanza dagli eventi politici, si dimostra comunque un ardente critico delle situazioni contemporanee che stanno affrontando tutte le Repubbliche della Federazione disciolta.

“Le nostre vite sono scappate” è il titolo di uno dei suoi ultimi libri (in fase finale). Si tratta di un romanzo dedicato agli eventi sociali cruciali dei periodi in cui sono ambientati i suoi personaggi.

Jovan Nikolaidis racconta “di aver passato l’intera vita sulla linea di demarcazione, nella frontiera tra ciò che si desiderava, e ciò che si poteva. Privato dell’attimo per difendere la libertà, afferma che per l’uomo l’unica schiavitù è la libertà stessa – intesa come legittima  schiavitù”.

Editore e pubblicista, fu proprietario della casa editrice “Plima” in Montenegro. È membro dell’Associazione degli scrittori indipendenti del Montenegro, ma a causa della sua provenienza paterna (Greca) non è mai diventato membro del PEN internazionale, nonostante una decina dei libri pubblicati e tradotti in diverse lingue.

In questa occasione, ai lettori di “BombaGiù” propongo la lettura di alcuni suoi versi, attraverso i quali si può scoprire non solo la sua sensibilità e il suo spirito poetico talentuoso, ma anche la virtualità straordinaria nel comporre i versi con cui molto spesso, tramite i propri stati d’animo, scopre la sua capacità di trasmettere le opinioni su determinate situazioni con sarcasmo o ironia, criticando anche gli eventi cruciali del suo paese.

ANDARE DA QUALCHE PARTE

Partire
per liberarvi dall’odio della sapienza
Dimenticare il nome
le origini
dare la disdetta all’esperienza
partire verso i campi della sordità
fino all’ultima fermata.

Trascinare il corpo nudo
Attraverso i cespugli dove
solo l’odore dei cervi è rimasto.

Salire cadendo
verso l’alto in basso.

Trovare la casa per l’eternità
ed essere in essa
sognando.

Fare l’impossibile per liberarsi dalle catene
separandosi da coloro
che meritano un saluto
e poi, ovviamente
partire per qualche altra parte.

ULTIME GRIDA

Adesso voglio ciò che non c’è
e non c’è mai stato:
piccola favilla del sogno
(della fantasia).
Cingendomi con desiderio la vecchiaia
con quella luce lanciatami per essere,

intanto muoio ad ogni prodigio.
Poiché la gioventù
mi nascose le ali
per volare il cuore non si diede
allora adesso con bagliore la mia vecchiaia
salva i ricordi dei diletti.
Al tramonto quando il freddo si estende
con l’infinito
dell’ultimo abbraccio amoroso
si sparsero anche i miei tumulti.

EPITAFFIO PER IL MONTENEGRO

I sogni
si realizzeranno
quando ti sveglierai
Patria mia!

Scelta, introduzione e traduzione dei versi dal montenegrino a cura di Biljana Biljanovska