Banda larga e fibra, brutte notizie. Non ci sono, infatti, ottime news per l’Italia dall’ultimo rapporto che la Commissione Europea ha realizzato sulla copertura broadband nel Vecchio Continente. Sui 31 Paesi presi in esame, infatti, il nostro Stato si classifica al 26esimo posto, segnalandosi ancora una volta più indietro rispetto ai primi della classe.
Ancora in ritardo banda larga e fibra nel nostro paese
In particolare, nell’indagine dell’Ue si evidenzia come l’Italia sia in forte ritardo soprattutto per le connessioni in fibra ottica, contesto in cui permane ancora un ampio gap non solo rispetto ai Paesi più avanzati, ma anche alla media europea. Eppure, per fortuna ci sono stati anche (neppure troppo piccoli) passi in avanti.
Piccoli passi in avanti per banda larga e fibra
Guardando il dettaglio dei dati, infatti, si scopre che in realtà l’Italia sta guadagnando terreno. Lo sta facendo a fronte di grandi sforzi (anche economici) in tale senso. Il nostro paese sta quindi allargando l’estensione della propria copertura broadband per l’accesso a Internet. La riprova arriva dal confronto tra il 14 per cento registrato nel 2012 e l’attuale 53,8 per cento segnalato dall’ultimo report comunitario, che dunque in qualche modo ci “promuove”.
Migliora la copertura Adsl
In particolare, a tendere verso l’alto sono le infrastrutture per la telefonia mobile in LTE, che oggi raggiunge quasi il 100 per cento del territorio nazionale, ma i passi in avanti sono stati compiuti anche sul versante della telefonia fissa banda larga: oggi infatti la copertura, almeno in ADSL, è presente in circa il 99 per cento del territorio nazionale, attraverso sia i sistemi classici che tramite il cosiddetto fixed wireless broadband, il servizio che ad esempio contraddistingue Eolo e le sue offerte Internet casa.
Sempre più famiglie hanno accesso a Internet
L’accelerazione nazionale arriva anche da queste nuove tecnologie, che hanno consentito di superare gli ostacoli tradizionali (di tipo tecnico e infrastrutturale) delle connessioni a Internet e di accorciare le distanze con una Europa che comunque continua a viaggiare ad alta velocità. Secondo il rapporto comunitario, a livello continentale ci sono circa 218 milioni di famiglie che hanno a disposizione una via di accesso a Internet attraverso almeno una delle tecnologie per la banda larga fissa o mobile: si tratta del 99,9 per cento del totale, e nell’ultimo anno c’è stato un ulteriore incremento dello 0,1 per cento.
La situazione di banda larga e fibra in Europa
Lo studio analizza in dettaglio anche le disponibilità delle varie tecnologie per la banda larga presenti in ogni mercato, elencando le specifiche di Dsl, Vdsl, cavo, Docsis 3, Fttp, WiMax, Hspa, Lte e satellite e fornendo, inoltre, dati precisi (seppur aggiornati a giugno 2016) sulla copertura di banda larga fissa e mobile e sulla disponibilità di accesso di nuova generazione.
Guida Malta
Si scopre così che la capolista in Europa per le reti broadband di nuova generazione è la piccola Malta. E’ l’unico Paese, infatti, ad aver raggiunto la totalità della copertura del proprio territorio. In ottime posizioni, però, troviamo Svizzera, Belgio, Olanda, Islanda e Portogallo, tutti con dati superiori al 95 per cento. Queste performance portano in alto l’asticella della copertura media NGA in Europa. Questo perché 21 Stati su 31 sono sopra la quota. Mentre agli ultimi posto nel Vecchio Continente ci sono, a far compagnia all’Italia, anche Romania, Polonia, Croazia, Francia e Grecia.
Bene l’Italia nelle reti per smartphone
Tra le altre buone notizie, il report segnala anche come i servizi di accesso di nuova generazione (per la precisione Vdsl, Docsis 3 e Fttp) sono cresciuti a livello continentale di 5 punti percentuali e mezzo, raggiungendo così in totale qualcosa come 166 milioni di case. Per l’Italia, poi, sono buone le performance riguardanti la disponibilità dell’LTE. Ovvero le connessioni veloci via smartphone. Queste oggi raggiungono già il 98,3 per cento del territorio. L’Italia si pone quindi al di sopra della media Ue che invece è pari al 96 per cento (in crescita di 10 punti percentuali rispetto all’anno scorso).