Sabaudia, lui ha immaginato questo momento un’infinità di volte: CARLA che fa l’inventario per decidere cosa portare e cosa lasciare. Non si sarebbero certo scontrati sul piano materiale. Loro mica sono i Roses, hanno una giusta distanza dalle cose, dagli oggetti, che hanno fatto da cornice alla loro storia. Colpa mia, colpa tua, è il ritornello delle coppie naufragate, ma non il loro. Loro non avrebbero urlato per il tappeto egiziano, la lampada marocchina e tanto meno per le porcellane di Capodimonte.
Ieri sera hanno litigato. Carla ha lasciato un silenzio assordante, mentre la Nannini cantava « bello, impossibile, con gli occhi neri ». Carla gli ha annunciato che non è più sicura. Proprio ieri sera che lui avrebbe voluto fare l’amore. Lei in camera da letto, una tazzina di caffè al ginseng. Voleva leggergli il racconto per Bombagiù. Voleva che lui fosse il primo lettore, voleva che fosse il suo specchio. Lui si sentiva trascurato dal racconto, la narrazione non funzionava, lo stile era debole. Improvvisamente i difetti dell’uno e dell’altro hanno preso il sopravvento. Una macchia di caffè ha macchiato il blocco notes dei racconti. Quando le cose cominciano a rotolare, meglio rotolare con loro. Pino non l’avrebbe lasciata sola, vuole vederla lacerarsi nella casa tra gli oggetti che parlano Il caffè al ginseng, armistizio di pace, bevuto insieme, in piedi, forse preludio della fuga.
Lui l’osserva, mentre lei medita, l’avrebbe stupita allineando i libri in ordine. Una poltrona vuota, una chiave di interpretazione.
Caffè freddo, lui spera che lei si ustioni con la stessa passione che li aveva uniti. Sperava che ogni oggetto preso le avrebbe creato scompiglio. Come fantasmi della loro storia. Pino ha imparato a memoria gli estenuanti flussi di coscienza di Carla, che vorrebbe una storia anche ordinaria e banale, come quella del racconto di un operaio di Pomigliano d’Arco, ma una storia chiara. In tv : «scene di un matrimonio» di Bergmann. Tazzina di caffè al ginseng, si consuma il dentro e il fuori. Un rumore impercettibile, un fruscio di capelli, in quell’attimo durato più di un attimo, il desiderio di vedere la sua bocca alla stessa altezza della sua. I giorni insegnano cose che gli anni non sanno.
Lentamente Carla nell’olfatto fa l’inventario delle fragranze, una confusione di aromi e di fragranze: caffè lungo, caffè corto, caffè freddo, caffè espresso. Lui : «Sono uscito stamattina presto ho portato il tuo blocco notes in spiaggia, la salsedine si è confusa con la macchia di caffè, il custode di Villa Volpi mi ha chiesto: Ma il titolo del romanzo l’ha deciso? ». Non sapevo cosa rispondere.
Sulla spiaggia di Sabaudia anche quest’anno nel blocco notes di Carla c’è confusione…
«Mi sono innamorata di un chicco di caffè. Si presenta con molteplici forme, alcune volte è un aroma gentile, altre volte è nauseante. Quando arriva con il sapore di ginseng mi confonde e cammino a piedi nudi sulla spiaggia di Sabaudia, masticando sabbia. »