Ho fatto un incontro di Sebastiano Impalà

Ho incontrato la poetessa del Naviglio.

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Un giorno di tanti anni fa, alla fine degli anni ottanta, in una libreria del naviglio milanese, ho incontrato casualmente Alda Merini.

Avevo letto qualche sua poesia ma non la conoscevo visivamente. C’eravamo incrociati per caso, la sera prima, ad un premio letterario milanese. Il giorno dopo, alla ricerca di un buon libro da leggere, vidi una signora con una collana vistosa, dallo sguardo dolce e dai modi gentili. Ci salutammo e, dopo aver scambiato qualche parola, lei mi invitò a casa sua, a pochi passi dalla libreria. Scoprii così che abitavamo nella stessa zona. Ricordo ancora il piccolo bilocale dove Alda viveva. C’era poca luce, una confusione massima, libri accatastati, vecchi cimeli disposti alla rinfusa, muri imbrattati con appunti e numeri di telefono ovunque. Capii che quella doveva essere la sua agenda personale.

Cominciò a parlarmi della sua vita e delle sue infinite difficoltà, anche economiche, delle tante persone che aveva conosciuto, da Quasimodo alla Pivano, e a raccontarmi di aneddoti deliziosi.

Si soffermò parecchio suoi vari ricoveri in manicomio e dei relativi trattamenti subiti. Compresi subito che era una donna estremamente interessante e ricca di spessore e non solo nel senso squisitamente letterario. Volle saper di me, della mia provenienza geografica, della mia attività lavorativa. A quel tempo ero un giovane impiegato, proveniente dalla Sicilia con la voglia di scrivere e tanta fame di cultura. Volle leggere qualche mia poesia ed io, fra una sigaretta ed un bicchiere di vino bevuto in sua compagnia, ne decantai qualcuna, ottenendo il suo plauso.

Le chiesi anch’io di leggerne una delle sue e lei, nel disordine che sovrastava in quella stanza, me ne lesse qualcuna presa alla rinfusa fra le tante che giacevano su un tavolino, accanto ad una vecchia macchina da scrivere ebraica.

Passammo alcune ore a chiacchierare amorevolmente di tante cose, di sole, di mare, di religione ed anche di musica. Ricordo che le piacevano in modo particolare Lucio Dalla e Gianna Nannini. Ci congedammo così con la speranza di rivederci al più presto. Non la vidi più se non in televisione qualche anno dopo, al Maurizio Costanzo Show, ormai famosa e super pubblicata. Devo dire che non fui molto felice di vederla in quella nuova veste. Per me rimane la signora Alda Merini, immensa poetessa e splendida donna che conobbi quel giorno lungo il naviglio.

Per Alda

Nei miei pensieri ci sei tu
donna inanellata
dentro spire di nero fumo.
Aspra,eterna, combattuta fra divani scarichi e libri sparsi sul comò.
Tu, mente devastata dall’inganno, vivi dentro noi, poeti salmastri e senza stile.
Comunichi l’amore in una camera malmessa,traballante,
assiepata fra le sponde del naviglio e l’omertà.
Ora, evoluta su gradini di sapienza,
dormi tranquilla il sonno dell’oblio
e sei distante ormai dall’inutile follia che il cielo, un giorno, ti donò.

(Sebastiano Impal@-2016-all rights reserved)