I bambini e le emozioni

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I bambini e le emozioni

Spesso ci troviamo di fronte bambini in preda ai loro capricci.

Al supermercato, al ristorante, nei negozi di giocattoli, a scuola.

Bambini che non riescono a stare fermi, che non ascoltano, che non riescono a concentrarsi.
Pronti a scattare dinanzi alla richiesta di un genitore o di un insegnante

È come se, in quel momento, entrassero in un tunnel che li risucchia.

Riescono a comunicare, con l’esterno da loro, solamente con due emozioni: rabbia e paura.

Due ingredienti che insieme creano una miscela esplosiva di negatività.
Lo sappiamo bene anche noi adulti.

Rimaniamo accecati, non siamo lucidi nello scegliere cosa sia bene o male in quel preciso istante!

Ciò che innesca questi meccanismi la maggior parte delle volte è una semplice banalità.

Banalità, ovviamente, per chi è fuori da quella emotività.

A scuola ad esempio, la causa scatenante di un comportamento non adeguato, talvolta è anche solo prendere il quaderno e iniziare a scrivere.

Molte volte questo provoca e scatena reazioni eccessive.

Sembra che un foglio bianco sia capace di aprire un’ immensa voragine.

Il bambino si sente disarmato, avviluppato.

È solo con se stesso.

Non riesce a mettersi in gioco, ed esce dalla zona di comfort.
Entrando di fatto in una situazione di forte disagio.

Lo rivela il suo atteggiamento:
si copre il volto, butta per terra le cose, urla, si lagna, si rifiuta di collaborare.

In poche parole ha paura.
Paura di misurarsi con se stesso.

A qualsiasi età, la modalità di approccio rispetto a una nuova condizione, è sempre la solita, messa in atto dal bambino.

Paura di superare i limiti conosciuti.

È sempre come ritrovarsi di fronte ad un foglio bianco!

Il bambino di quell’età, e mi riferisco soprattutto ai bambini della scuola primaria, non ha gli strumenti necessari.

Non avendo consapevolezza delle proprie emozioni, delle proprie capacità reali per superare certe difficoltà, reagisce come può, mettendo in atto comportamenti di sfida, di attacco.

Spetta a noi genitori in primis e alla Scuola in seconda battuta, ma di concerto, aiutare i bambini a raccontarsi, a riconoscere le proprie emozioni, le proprie sensazioni…chiamandole per nome.

Il dialogo e l’ascolto in famiglia sono le chiavi che fanno di un bambino…
“un bambino ascoltato”❤️

Un fanciullo, che sente di potersi esprimere, comprende di essere capito, senza essere giudicato per il proprio modo di fare, facendo esperienza del suo io.
Riponendo fiducia nell’infinite possibilità di cui siamo portatori, per riuscire ad interpretare il mondo.

In questo modo, pian piano, il bambino modificherà le sue reazioni, imparando a gestire il vortice di emozioni che ogni giorno ci troviamo a sperimentare.

Le emozioni immaginiamo le come farfalle che si liberano in volo…


i bambini e le emozioni. Testo di Sandra Salvini