Il frigorifero nel 1980

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Massimo Giordani, un macellaio di Ascoli Piceno, giovane ed esuberante, era conosciuto nei dintorni, non tanto per il suo avviato negozio, quanto per le sue “imprese” diciamo insolite. Così a 35 anni aveva voluto fare un salto con la moto oltre 12 barili di benzina, riuscendo solo in parte, difatti cadde proprio sopra l’ultimo. Per sua fortuna non si fece quasi nulla. In montagna sulla neve aveva voluto stabilire un record, sciando senza sci, scivolando in un fortissimo pendio sulla schiena. Era uscito dalla rotta e precipitato in un canalone.

Anche questa volta senza nessuna conseguenza seria. Aveva partecipato al tentativo fatto in una città vicina, Ligusullo, di confezionare il panino più lungo del mondo in modo da finire sul mitico libro “Il Guinness dei primati” ma anche questa volta era andata a buca, nemmeno una settimana più tardi una città della Baviera aveva superato tale record creando un panino di 5 chilometri contro i 4 fatti dagli Italiani. Ecco quello era stato lo spunto. Finire sul famoso libro” Il Guinness dei primati”ma come riuscirci?Passava giorni interi per pensare come potesse sbalordire e creare un record. Una mattina mentre stava nella cella frigorifera della sua macelleria,……tac!

La lampadina famosa si accese.

Ecco come poter creare un record. Rimanere più a lungo possibile nella cella frigorifera, vestito con abiti normali. Consultò l’ultima copia del libro per vedere se già esistesse un record in merito, e se così fosse, di quanto tempo si trattasse. Si aveva letto da qualche parte che un uomo ben equipaggiato con indumenti speciali, avrebbe potuto sopravvivere anche a temperature di oltre 80 gradi sotto lo zero. Ma lui intendeva provarci con abiti comuni, in quel campo no c’era niente di simile, la avrebbe compiuta lui quella impresa. Ora bisognava però in gran segreto (Potevano rubargli l’idea) iniziare a pensare tecnicamente come fare: Ecco, per prima cosa cominciare un poco per volta ad abituarsi a rimanere in cella ,su questo, aveva già una certa pratica, solito come era per motivi di lavoro, entrare ed uscire molto spesso, dalla cella stessa.

Naturalmente bisognava anche stabilire i gradi, sotto zero, al quale ci si riferiva.

Vedeva già i titoli della sua città riportare “Macellaio nostro concittadino, stabilisce il primato di permanenza in cella frigorifera con 40 gradi sotto lo zero rimanendovi per ben …”E qui c’era la necessità di un certo allenamento per poi poter definire quanto sarebbe stato il tempo reale. Così Massimo Giordani ,iniziò in gran segreto la preparazione occulta alla sua impresa. Ogni giorno finito il normale orario di apertura ,con una scusa o un’altra si attardava nel suo negozio di carne, e una volta congedati, la cassiera e i lavoranti tirata giù la saracinesca, si accingeva mettendosi un semplice giubbetto sopra le spalle, ad entrare nella cella, e cronometrare il tempo di resistenza.

Naturalmente essendo una porta a tenuta stagna si assicurava di mettere sempre, non un piccolo ostacolo tra questa e lo stipite ma per sicurezza ne sistemava due, onde evitare brutte disavventure ,come quella che per caso si chiudesse la pesante porta della cella frigorifera. Quanto tempo può rimanere una persona in condizioni normali a meno 40 gradi? Egli era convinto che senza alcun problema avrebbe resistito per uno o due giorni facilmente. Non era così. Già al primo tentativo dopo solo mezz’ora, era dovuto invece uscire precipitosamente, in base a dei fortissimi tremiti. Però una volta tornato nell’ambiente, entro breve tempo si era riavuto.

Ah questo era davvero poco.

Dopo un paio di giorni, riprovò e questa volta si ripromise di rimanere ,orologio alla mano 40 minuti. Si agitò un poco e mosse continuamente le braccia, evitò sistematicamente di battere i denti, e il risultato fu sorprendente:40 minuti spaccati e con minor sacrificio della prima volta. Era questa la strada da percorrere, aspettare alcuni giorni e poi riprovare magari aumentando il periodo (Di glaciazione). In tempo di 11 mesi Giordani con una magnifica costanza riuscì a portare il suo primato personale a ben 3 ore e 45 minuti.

Adesso lo aveva capito.

Molto se non tutto derivava dall’allenamento, il corpo si stava gradatamente abituando, e l’ultima volta aveva persino potuto prolungare a 4 ore, ma per non forzare il suo fisico si fermò un poco prima. Alle volte sua moglie distrattamente gli chiedeva come mai rientrasse così tardi dal lavoro, allora egli per non incuriosirla cambiava l’orario degli “allenamenti”nessuno doveva saperlo, oramai aveva deciso ,ancora un paio di mesi di quel trattamento, e poi avrebbe annunciato alla stampa il suo bizzarro tentativo di record, naturalmente per essere interessante il numero di ore avrebbe dovuto comportare un impegno di rimanere in cella almeno di 4 ore, così la pensava lui, ma ci voleva ancora un po di abitudine per il suo corpo.

Intanto continuava a documentarsi su libri e riviste, sù tutto quanto riguardasse la resistenza degli esseri umani al freddo.

Prese in considerazione, la spedizione di Nobile, e la storia dei famosi sopravvissuti nella provvidenziale “tenda rossa”. Altri studi che riguardavano tale materia, venendo così a conoscenza che l’essere umano, fino ai venti gradi sotto lo zero, con degli abiti adatti dove non filtrasse l’aria, potevano tranquillamente restare sottoposti anche per delle ore, poi a meno 30, la cosa cambiava, senza un riparo adeguato, in grado di trattenere il calore emanato dal corpo, oltre che agli abiti giusti, le ore di sopravvivenza calavano drasticamente, riducendosi sicuramente, al massimo di due, poi ai 40 sotto zero la statistica cambiava drasticamente, sembrava addirittura che le due ore non fossero alla portata di tutti i fisici, Giordani era orgoglioso di se, continuava ad allenarsi per abituarsi alla rigidità del clima, in completa solitudine, ora aveva deciso ancora 8 sedute e poi la dichiarazione alla stampa.

Vedeva già i titoli ”Incredibile rimane per 4 ore a meno 40 gradi”.

Così come al solito al venerdì pomeriggio verso le quattro, disse alla moglie che andava in un paese vicino per vedere della carne da macellare che gli era stata proposta, in realtà si recò sul suo posto di lavoro chiuse bene la saracinesca dall’interno e dopo essersi preparato entrò come al solito nella cella, naturalmente sincerandosi che i due pezzi di cartoncino ben incastrati della pesante porta attecchissero al supporto e fossero aderenti, ma allo stesso tempo facilmente apribile con una leggera spinta, naturalmente si era ben premunito affinché l’uscio non si chiudesse da se. Ma non c’era pericolo era solo e in nessun caso così nessuno avrebbe potuto toccarli. Ma il destino era in agguato. Alle ore diciotto del mese di settembre, nella regione Ascolana fu avvertita una scossa di terremoto, leggera ma ben distinguibile, era del quarto quinto grado della scala Mercalli, moderato con oscillazione dei lampadari e la caduta degli oggetti. Già ……

Gli oggetti in questione per Giordani erano….tutti e due i pezzi di cartone che impedivano alla porta di chiudersi.

Egli non s’accorse di nulla continuando nella sua pazza determinata impresa, per quattro ore rimase all’interno come l’ultima volta .Poi esausto e vinto dal freddo volle uscire, ma solo allora si rese conto dell’accaduto. La porta era chiusa dall’esterno. Le forze non lo sostenevano e la porta era bloccata, ed allora non esistevano i telefonini.
Lo trovarono il giorno dopo completamente congelato. Aveva superato tutti i record ,ma peccato. Non era sopravvissuto!


Il frigorifero nel 1980

Testo di Salvatore Cicala