Sono così perfette, grandi e giovani, mature e belle, tutte della stessa indicibile età.
Tutte attrici da tappeto rosso pronto per scatti fittiziamente rubati, per le copertine dei social.
Interi book fotografici degni del miglior professionista, ritratti senza sbavature, senza errori.
Tante modelle e attrici, tante donne bellissime, bellissime davvero.
I loro volti sono veri e propri dipinti, strati su strati di sfumature, luci e ombre, arcobaleni infiniti sulle gote non più rosee come un tempo, ma dorate.
Cornici sopraccigliari mano di geometre esperte, cura e attenzione per ogni singola parte, per ogni singolo punto.
Perfezione, ebbene sì!
Un mutamento del volto si verifica, nasi tanto odiati ritoccati con il solo aiuto della cosmesi, occhi multicolore, labbra carnose, zigomi all’Angelina Jolie: il tutto senza il minimo intervento chirurgico, per chi non lo voglia fare, certo!
C’è chi alla pittura aggiunge anche l’arte della scultura.
Contempliamo, dunque, statue e quadri, allo stesso tempo ep nella medesima persona.
Che capolavoro!
Le più esperte ci insegnano addirittura come fare, senza trucchi insegnano l’arte del trucco, senza ritocchi alla ricetta, ci illustrano come ritoccare il corpo.
Templi artificialmente senza difetti, non più classicamente perfetti.
Un tempo, non tanti secoli orsono, le statue di donne avevano il fianco dolcemente pronunciato, il seno, dolce armonia della natura, naso diversi, zigomi diversi…
Oggi, i dipinti e le statue sono riconducibili tutti allo stesso autore e ai suoi allievi: si tratta della stessa corrente artistica, tutti uguali, o al massimo simili -nel caso malaugurato in cui non si sia ancora esperte-.
Spersonalizzazione di massa, o meglio, di genere, copie di uno stesso originale.
Quale è codesto primo esemplare?
L’odio per se stesse.
Modificate all’esasperazione, senza scultura e senza pittura non esistono più, ritorna l’oblio della imperfetta perfezione della natura, che ci a fatto così classicamente vere, e non artificialmente future!