La poesia come rifugio spirituale

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Gli ultimi dieci anni ci hanno portato ad una situazione molto sospettosa, involuta ed inaspettata, ragione per cui molti giovani macedoni scelgono la vita fuori dalla patria, per cercare fortuna fuori, nei paesi che offrono possibilità di trovare un lavoro e dove poter vivere una vita più dignitosa.

La poetessa macedone Nena Makrievska

Tale fu il caso anche per la giovanissima poetessa Nena Makrievska, nata nel 1984 a Skopje. Il destino, infatti, la porterà in paesi lontani, più precisamente nel Bahrein (Manama), dove continuerà a coltivare il suo dono poetico, scoperto quando era ancora una ragazza in età prematura. Quel dono e la sua anima poetica hanno influenzato la formazione del suo carattere ed il desiderio di trovare negli uomini l’amore per la vita e per l’umanità, ragione per cui scelse di iscriversi a facoltà umanistiche.

Corraggiosa e giovanissima ragazza che continuerà a cantare i suoi canti scrivendo, nonostante la distanza, ed affermando ancora una volta che un poeta è poeta ovunque, a casa o lontano da casa, perché l’anima che porta con se, sa cantare anche nelle lingue che non sono materne.

Nell’attimo in cui scrive, una musa le ispira i canti che si alternano tra inglese e macedone, ugualmente sinceri ed aperti come lo è anche il suo carattere. Grazie a questo suo dono, nel 2015 le si apre la porta dell’Associazione degli scrittori del Bahrein (BAHREIN WRITERS CIRCLE), dopo aver pubblicato la sua prima raccolta scritta in inglese, “Un pezzo d’anima” diventando un membro regolare del circolo stesso. In questo contenuto presentiamo alcuni versi di una delle sue prossime raccolte intitola “Talismani di un tempo” :

TALISMANI DI UN TEMPO – Nena Makrievska

PIOVEVA A SLOPJE.

Pioveva a Skopje
giorno e notte.
piange, dico, per tutti noi
che siamo partiti
quando si voleva, e non si voleva
spinti ovunque
come cacciati.

Quando me ne andavo, salutando
dissi – passerà presto,
tornerò,
come se potesse succedere
dopodomani,
ed ecco già tre anni, come tre giorni
e come tre vite
torno ma non riesco
a tornarci.

E giorni come pietre
si ammucchiano nella mia anima,
tornare un giorno
e buttarle nel fiume
andarsene fino al mar Egeo
e mai più vederle,
e mai più
andarmene,
ne io, ne nessun altro!

Un albero lì
nel deserto,
lo chiamano albero della vita
mi siedo e lo guardo
e mi sento come se fossi
seduta
e dinanzi a me un tiglio profuma
ma non quell’albero del deserto
dove aspetto la vita.

Anche qui è casa
ma da nessuna parte
si è come a casa propria.

SOLO SOTTO QUESTA LUNA.

Solo sotto questa luna
miei angeli e demoni
possono ballare
insieme…

…e come irruzione
che luccica di più
come ombra
dal sole eterno
tanto di più
rallenta…

Un violino
senza una corda nel centro
ulula sul palco vuoto
suonando
da mani abili
musica incantevole.

Alcuni angeli
da dietro il sipario
del palco
s’infilano
incantati senza fermarsi
ballano
senza alcuna nota
musicale
di quella corda
che manca dal centro
del violino!

Solo sotto questa luna
miei angeli e demoni
possono ballare
insieme…

UNA VOLTA TI VIDI.

Per mia madre

Una volta ti vidi come
stavi piangendo
sul tuo destino
con lacrime infantili
dinanzi una folla di gente,
senza voler fermarti
e senza poter
non piangere.

E io volevo sradicare
da te quei sentimenti,
di cambiarli con i miei,
rubarti l’attimo
e trasformare il dolore in gioa,
per poter farti vedere
che nella folla
alcuni furono veri.

E tu, come se Tantalo fosse il tuo fratello
dal stesso ventre
usciti,
sulle proprie spalle
porti tutte le pene.

E ti tenevo per mano
a lungo stringendola
così forte per lasciare
almeno una traccia
che tu possa sentire per tutta la vita
perchè non lo so
se possa mai più
tenerti cosi.

Dal volto tuo ho cavato
gli occhi tuoi
per metterci i miei
così la mattina quando ti svegli
con un nuovo specchio
tu possa vedere
da dentro e da fuori
che più bella di te
su questo mondo non c’è ne.

Nota introduttiva e traduzioni a cura di Biljana Biljanovska