La maestra ieri ha detto alle alunne che domani ci sarà l’ ora di geografia. Marta, l’alunna di sette anni, non sa bene come si svolga, ma è contenta, almeno la maestra smetterà per un po’ di parlare di verbi, di preposizione e di aggettivi. La mattina dopo appena è arrivata a scuola la maestra Maria l’ha mandata dal bidello a chiedere le cartine d’Italia. “Mi raccomando Marta porta sia quella fisica che quella politica e …se sono troppo pesanti fatti aiutare”. Marta è emozionata perché la maestra le ha dato un incarico importante. Cammina per il corridoio in cerca del bidello, Marta è in ansia.

“Eccomi”, dice Alfio, “hai bisogno?”.
“La maestra ha detto se mi può dare le cartine d’Italia, quella politica e quella fisica perché oggi ci sarà la lezione di geografia”.
“Allora seguimi, ma stai attenta alle scale è da tanto tempo che Lo sgabuzzino nello scantinato è chiuso. Finalmente le cartine geografiche tornano al loro posto dopo gli anni difficili della guerra che ha sconvolto tutto”.

Marta di fronte a tanto buio ha quasi paura e spera di far presto. Lo sgabuzzino è pieno di vecchie cartine appoggiate al muro e per terra ricoperte da ragnatele e dalla polvere. Fa fatica a muoversi e rimane in attesa. Alfio invece con fare sicuro solleva, controlla, poi sceglie le cartine ancora presentabili e dopo averle ripulite alla meglio le consegna a Marta. Sono davvero pesanti e polverose, ma Marta è una bambina coraggiosa e torna subito in corridoio con il carico prezioso da consegnare alla maestra. Raggiante raggiunge l’aula, ha assolto il suo compito. Entra in aula e deposita sulla cattedra le due cartine poi va a sedersi nel banco.

Non vede il momento che inizi la lezione.

La maestra è contenta, anche se dispiaciuta nel vedere quelle due cartine tanto rovinate e in alcuni punti addirittura strappate, ma si riprende e dà inizio alla lezione.
“Ecco, bambine”, dice nell’attaccarle al muro e stirandole con la mano per cacciare le brutte pieghe, “ questa è l’Italia, il nostro Paese famoso e rinomato per le tante bellezze naturali e artistiche. Siatene sempre orgogliose!”.

Le alunne finalmente possono osservare il loro Paese in un sol colpo d’occhio, ciascuna alunna ne conosce solo un piccolo frammento, quello dove abita, il resto totalmente sconosciuto. La lezione pian piano entra nel vivo, la maestra mostra loro le montagne e i fiumi e i laghi e i piccoli paesi e le città e poi la grande città, la capitale che sottolinea più volte con la matita rossa, perché è lì la sede delle persone importanti.

“Roma”, dice la maestra «è la capitale del nostro Paese e ha una grande storia che dovrete assolutamente imparare».

L’ora di geografia è entusiasmante, le alunne osservano in silenzio la maestra che si muove con leggerezza tenendo la bacchetta in mano, passando da una cartina all’ altra per mostrare ora un lago, ora una città, ora la costa anche quella in fondo allo stivale davanti al mare che si fa fatica a distinguere stando sedute nel banco. La maestra nell’osservare i volti meravigliati, assorti delle sue alunne, sente di aver suscitato in loro forti e nuove emozioni. E’ con orgoglio che non fa che ripetere: “Vi piace l’Italia bambine? Ve l’avevo detto che sarebbe stata bella l’ora di geografia!”. Marta in silenzio guarda le due cartine e come dice la maestra pensa che l’Italia sia bella e grande e molto particolare per quella sua forma a stivale.

A un tratto però gli occhi si inumidiscono e sta per piangere, La maestra le si avvicina e chiede perché sia tanto commossa.

La risposta è spiazzante. Nel vedere L’Italia attaccata al muro con tutto quello scotch che la maestra ha messo per sostenerla crede con ingenuità che tutti gli abitanti che vivono dentro quella cartina siano anch’essi ridotti male. Marta pensa alla mamma e al papà ed è dispiaciuta. Alla fine decide che l’ora di geografia non le piace, meglio lo studio della grammatica alla geografia se fa star male.