Rovisto fra i miei organi vitali in cerca di suoni familiari.
Allungo dita, braccia e mani nell’intento di toccarti sotto la coltre dell’oscurità.
Calda coperta che mi avvolgi, lana di pecora pregiata, sinfisi morbida e suadente, amami più che puoi in questo buio dell’insonnia, in queste crepe dell’esistere.
E se potessi non ti lascerei per nulla al mondo, semplice pensiero dell’amore, diafana figura nei miei sensi avvinta, feticcio evanescente della notte!
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