Ma ora stai con un ragazzo, quindi è come se fossi etero no?”

“Non per giudicare eh, ma secondo me devi solo farti un bell’esame di coscienza e renderti conto che o sei lesbica o sei etero.” 

“Sul serio sei bisex? No dai che figata, vuoi fare una cosa a tre?”

No.

Sono J, ho 19 anni (e lo dico solo perché voglio essere brutalmente onesta, altrimenti avrei scritto che ne ho 20 come dico sempre – si, mi suona meglio la cifra tonda… e poi mancano solo un paio di mesi dai) sono una ragazza italiana e sono bisessuale.

Ho realizzato di essere attratta dalle ragazze quando mi sono innamorata della mia migliore amica, E – ma questa è un’altra storia, un altro articolo forse?

Lei mi ha fatto provare cose mai provate prima, letteralmente e figurativamente parlando. Ed il suo amore mi ha liberata.

Ma, così come quando una fenice rinasce dalle sue stesse ceneri, ho dovuto prima superare il fuoco. Un fuoco che io stessa ho appiccato e che non ha avuto problemi ad essere alimentato.

Si perché non è facile passare una vita intera ad immaginare il futuro perfetto, con la casa ed il lavoro perfetti, il marito perfetto ed i bambini perfetti – perché è così che deve essere, no? – e veder queste immagini venir bruciate da un paio di occhi verdi e marroni… un fuoco appiccato direttamente dalla terra, ironico vero?

E con quel bacio, quel bacio disperato e agognato che mi ha rubato quella notte e per il quale non ho avuto problemi a rendermi complice del suo crimine, con quel bacio tutto in me è cambiato.

O meglio, tutto si è rivelato per ciò che era davvero, ogni pezzo ha trovato il suo posto, io ho trovato il mio posto.

E poi è iniziata la parte difficile.

Se prima ero abituata a girare mano per mano, come se niente fosse, con quello che era il mio fidanzato, ora dovevo abituarmi a ricevere occhiatacce, frasi sussurrate, nasi arricciati dai più anziani; ad uscire con la mia ragazza in locali per lo più lontani dalla mia città e dalla mia famiglia (siamo una graaande famiglia allargata e c’è da credermi quando dico che questa missione non era per niente facile); a chiedermi se davvero era “tutta una fase” – come tanti articoli su internet dicevano – e quindi ero “bi-curiosa” e volevo solo sperimentare o ero lesbica ed in fase di accettazione; ad avere come pensiero costante: “E se qualcuno che conosco fosse qui in giro e ci avesse viste, chessò magari mano per mano o mentre ci baciavamo?” ad ogni appuntamento o uscita.

Tutto questo perché essere diversi è strano, spaventoso si può arrivare dire.

E la paura fa chiudere le persone in se stesse, crea barriere, isola.

Io avevo speso un’intera vita cercando di abituarmi ad essere “normale” e nel giro di quelli che erano giorni mi ero ritrovata a dover essere “diversa“.

Ma per lei avrei fatto (e farei?) questo e tanto altro. 

Dirlo alle amiche? Fatto. Semplice? Più o meno. Avevano sospetti a parer mio, aspettavano solo che fossimo pronte a parlare.

Dirlo a mia madre? Fatto. Semplice? Per niente. Non c’è molto da dire qui in realtà, non è stato un bel periodo a casa quello del coming out… ma l’ha accettato ora, ci sono voluti dei mesi ma il tempo e l’amore per me l’hanno fatta rinsavire  – ora addirittura a volte butta giù qualche “ehi, guarda che figa questa modella” rivolgendosi a me e, conoscendola, so che è il suo modo per normalizzare la cosa.

Dirlo a tutta la famiglia, nonna (la mia seconda mamma praticamente), zie, zii e cugini inclusi? Non fatto per ora. Ma ce la farò. Perché sono fiera della persona che sono.

Sono fiera di essermi accettata, di aver capito che non è “una fase”, che non sono “bi-curiosa” o in bisogno di un esame di coscienza, ma semplicemente bisessuale. Attratta sia da maschi che da femmine.

No, non sono una persona che non vuole prendere posizione. In questo caso ho preferito decidere di prenderne due, tutto qui, per quanto semplice ed al contempo difficile questo pensiero possa essere.

E sogno di vivere un giorno in un posto in cui non è necessario fare coming out o preoccuparsi delle reazioni degli altri o cercare le parole giuste da dire alla famiglia, un posto in cui si possa dire “Sto uscendo con Elisa” o “Sto uscendo con David” con la stessa naturalezza, un posto in cui le persone non diano per scontato che chiunque sia etero.

Un’ utopia, no?

 

Pensieri di una ragazza bisessuale. Articolo scritto da J