Ero ancora un bambino ed amici di famiglia mi portarono al Palazzo Reale di Alessandria in Egitto, dove una volta giunto e correndo per i maestosi corridoi mi incontrai con la bella principessa Soraya.
Si fermò e mi chiese con gentilezza come mi chiamassi, prima di dirle il mio nome le dissi “come sei bella” e mi abbracciò baciandomi sulle guance.
Io continuavo a guardarla in modo incantato come se mi avesse stregato. Ad un certo punto mi disse “non mi hai detto ancora come ti chiami” ed io invece gli risposi: “se mi aspetti io ti sposerò e ti farò la mia Principessa”.
Lei mi disse sorridendo “sono già una Principessa, promessa in sposa allo Scià di Persia.”
Il mio istinto fu come colpito da un lampo e le dissi “no, non lo fare”. Ella scoppiò a ridere e mi chiese nuovamente il mio nome, dopo di che le risposi: mi chiamo Anthony.
Mi disse: lo sai che qui in Alessandria il tuo nome è un nome storico? No, non lo so! Alla mia età non posso saperlo. Lo chiederò al mio Papà.
Gli amici mi vennero a prendere, e fu molto difficile lasciarla, altrimenti gli sarei andato dietro come se la conoscessi e l’amassi da tempo.
Avevo perso la mamma da giovanissimo e vedevo in Lei i vaghi ricordi della mia mamma.
Lasciato il Palazzo, mi ci volle del tempo per togliere dal mio profondo ricordo l’immagine della principessa Soraya.
A distanza di diversi anni il destino me la fece incontrare a Parigi, credo che fosse il 1959 o il 1960, ormai ero cresciuto e forse un po’ cambiato, ma fu Lei a venirmi incontro, per me che l’avevo quasi dimenticata fu una grande e piacevole sorpresa di cui nonostante i miei cambiamenti da bambino a giovanotto, mi riconobbe fra la gente e venendomi incontro decisa mi disse in Francese:
“Tu devi essere Anthony, il mio cuore subì un palpito e l’abbracciai con le lacrime agli occhi dalla contentezza.”
Mi invitò a pranzo in un lussuoso Albergo di Parigi e passammo qualche ora a parlare di belli e brutti ricordi. La principessa Soraya era sempre bella ma aveva perso quel lume di gioia che faceva della sua bellezza un Angelo virtuale.
In seguito io ripartii per l’America e non ci siamo più incontrati. Dai Giornali seppi che Soraya morì nel 2001 lasciando in me tanta tristezza, dove la bellezza e la ricchezza non sono riusciti a darle la felicità che meritava.
Commenti ricevuti:
Scrive Simonetta Borgiani: “Finalmente… La bella storia di Caterina e ora questa fiaba vera! Siamo talmente obbligati a leggere e udire disgrazie che dimentichiamo che c’è anche altro, ci sono le piccole e grandi cose e storie belle, ed è di queste che dovremmo riempirci gli occhi e il cuore, e crederci”
Scrive Vincenzo Mannello: “Bellissima .. anche se velata di tristezza, un angelo in terra. La incontrai una volta, casualmente, a Taormina. Non ricordo più né giorno e neppure l’anno. Era certamente lei, come potuto appurare in seguito. Si era soffermata avanti una vetrina di antiquariato. La riconobbi subito, osai solo un lieve sorriso. Tanto le bastò per comprendere di essere stata riconosciuta malgrado gli occhiali da sole.