“Affiancare e condurre i manager e i team alla ‘consapevolezza’ che le risposte sono in ciascuno di noi”. Questa è la spiegazione di Coaching che Tiziana Iozzi ci ha dato quando le ho chiesto l’intervista.
Da 27 anni attiva nel settore, mi sono fatta raccontare del suo mondo, di come si può lavorare fianco a fianco con un imprenditore, anche di successo, che ha bisogno di maggiore “consapevolezza”.
E poi c’è la Rete, come dimenticare Internet che ha cambiato la vita di tutti in privato e nel lavoro.
Insomma, di questo e altro ci parla Tiziana Iozzi. Buona lettura!
Tiziana Iozzi: donna, mamma e …
“Mamma il regalo più bello che la vita mi abbia fatto. Diventare mamma a quasi 40 anni con mille paure, e profonda consapevolezza che la nulla sarebbe stato più come prima. Eppure la mente quanto mente. Pensavo che loro mi avessero tolto l’ossigeno e invece oggi loro sono la mia linfa vitale, il mio stimolo a svegliarmi la mattina e ‘fare’, loro continuano a darmi insegnamenti, ogni giorno! Madre e professionista, sì ho iniziato subito dopo la laurea a inserirmi nella formazione professionale.
La mia scrivania era piena di progetti, ricerca del target, analisi e studi continui. Piano piano da progettista a tutor a trainer e già dopo un anno dalla laurea seguivo due corsi contemporaneamente con circa 10 ore di lavoro al giorno e solo 1 di pausa. Ricordo che ero sfinita e il giorno dopo si ricominciava. Tutto con grande soddisfazione e tanto amore. La mia curiosità poi, mi portò a scoprire la Programmazione Neurolingusistica e a scoprire il significato profondo delle parole e del comportamento umano con i percorsi di Coaching”.
Coach e PNL i tuoi campi ma com’è cambiato il tuo lavoro con l’invasione della Rete?
“La Rete sia benedetta per quello che ha portato nella vita professionale: da un lato l’amplificazione della immagine professionale, dall’altra una opportunità di lavoro nel mettere in campo le abilità linguistiche acquisite con la PNL”.
Cosa significa fare Coaching nel 2019?
“In concreto affiancare e condurre i manager e i team alla ‘consapevolezza’ che le risposte sono in ciascuno di noi. Come in tutte le cose nasconde zone d’ombra quali la difficoltà a farsi percepire, la richiesta di soluzioni che noi non possiamo dare e lo scoglio della struttura interna degli adulti che ‘chiedono soluzioni, ma resistono al cambiamento verso le soluzioni’”
A proposito del web (il www ha festeggiato 30 anni), quanto è importante per un’azienda farsi vedere online?
“Essere on line è esistere, farsi trovare, trasmettere una chiamata all’azione, una call to action, dire sì al web con raffinatezza ed efficacia comunicativa, dire sì al web dire ‘yesweb’ che è il nome che abbiamo dato alla nostra agenzia di servizi web. Tre donne al servizio della comunicazione e della pubblicità online, del blogging e del copy per usare termini del settore, si scrive e si comunica cosa l’azienda desidera, concordando piani editoriali e strategie”.
E per il privato/libero professionista?
“Creare una immagine brand per farsi mentori del settore in cui si ha expertise, si lavora più di blogging e si scelgono canali social adatti oltre al sito”.
E la presenza offline conta ancora qualcosa?
“Il passaparola appartiene ancora ai valori universalmente condivisi, garantisce e consente di ‘ricalcare i passi’ di chi ha già raggiunto il successo che desiderava. Tutto si compie ‘on line e off line’”
Spiegaci tre motivi per cui un’azienda avrebbe necessità di fare Coaching al suo interno?
“Provo a sintetizzare in tre motivi, ma le assicuro che sono tanti di più:
- Identificare desideri, talenti e capacità del management e del team con un team di successo che sposa il senso di appartenenza;
- Creare congruenza tra obiettivi e valori propri e obiettivi e valori aziendali;
- Rilevare le criticità e trovare “insieme” con la massima consapevolezza le soluzioni.
Non ultimo a motivare e guidare i propri collaboratori, a realizzare una organizzazione che si integri nel raggiungimento degli obiettivi aziendali”.
Ultima domanda: Tiziana Iozzi e il web, che rapporto hanno?
“Sembra strano, ma parlare di sé è davvero impegnativo. Descrivere il proprio lavoro sicuramente! Quando, però, ci si ferma, si respira e si comprende che quello che fai non è il tuo lavoro, la tua professione, ma la tua passione. Ciò che ami fare! E allora le mani scorrono sulla tastiera e non si fermano. Sì, perché amo giocare con le parole, creare contenuti e connettere con le emozioni” Ecco il rapporto che ho con il web. Un rapporto intimo fatto di intese.
Se dovessi descriverlo direi un po’ come quando la sera stanca mi trovo un tutt’uno con il cuscino e il materasso”.