“La guerra dei lupi” di Alessio Del Debbio: un urban fantasy di ambientazione italiana

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Amici da anni, Ascanio, Daniel, Marina e la loro compagnia di Viareggio non desiderano altro che trascorrere una tranquilla vacanza insieme, ma il destino ha altro in serbo per tutti loro. Gli ulfhednar di Odino sono tornati e la Garfagnana non è più un posto sicuro da quando Raul ha preso il comando del branco del Vello d’Argento. Spetta ad Ascanio, ultimo discendente di una stirpe di officianti della Madre Terra, contrastare i suoi progetti di dominio, aiutato dal suo compagno Daniel, un ulfhedinn fuggiasco che ha imparato ad apprezzare la vita tra gli uomini. Ma dietro le mire espansionistiche del violento e indegno Alfa si nasconde un’ombra antica, disposta a tutto pur di aggrapparsi alla vita

Sembra essere un gruppo di trentenni come tanti, quello che si appresta a compiere una rimpatriata sui monti della Garfagnana. Ma non è così.

Durante l’escursione il gruppo viene aggredito da un branco di lupi, ma Ascanio sfodera i suoi poteri di officiante e Daniel con sua sorella Marina si trasformano in ulfhednar, ovvero in uomini lupo.

Da qui prende il via la saga ideata da Alessio Del Debbio: non c’è un solo nemico da affrontare, non c’è una separazione manichea tra buoni e cattivi, non tutto è ciò che sembra.

Le relazioni tra il gruppo di amici sono articolate: vecchi amori, rancori che permangono, affetti e amicizia sono presenti in tutto il romanzo. Ognuno dei personaggi (la Dottoressa, Aurora e Dominic col figlioletto Fabio, Gianni-pedia, Bianca e Gigi) ha un ruolo ben preciso nell’arco della narrazione, mentre lo speciale rapporto che lega i due protagonisti, Ascanio e Daniel, viene accennato all’inizio, diventando man mano più evidente e palese, risultando una delle positive sorprese del libro.

I malvagi avversari sono più d’uno: in principio il villain sembra essere Raul, nuovo Alfa del branco appenninico del Vello d’argento; poi uscirà fuori l’Ombra; su tutto, aleggia lo spettro dei Figli di Cardea, associazione millenaria che si ripropone di sterminare tutto ciò che è sovrannaturale e quindi pericoloso. L’anziana officiante Johanna rimane ambigua da quando compare all’ultima pagina del romanzo.

Ma chi sono questi ulfhednar? Sono i lupi di Odino, e qui c’è il primo contatto con la mitologia norrena utilizzata dall’autore. Non sono proprio classici licantropi, perché si trasformano quando vogliono, non quando c’è la luna piena; inoltre corrono il rischio di andare in berserkgangr, ovvero che la loro parte ferina e selvaggia emerga sull’uomo (esempio nerd: gli Evangelion quando andavano, appunto, in berserk).

Alla mitologia norrena è unita anche quella greca e latina: gli ulfhednar hanno un sangue che è un vero toccasana, che sarà utilizzato più volte da Ascanio o anche dai lupi stessi nel corso della storia per curare e salvare, e questo sangue è chiamato ichor. Il termine, un tempo appannaggio esclusivo degli studenti di materie classiche e poi sdoganato dai Cavalieri dello Zodiaco, è il sangue degli dei Olimpi, ma qui è anche prerogativa degli Asi. Altro rimando alla mitologia latina è Cardea, dea degli stipiti e protettrice delle case dai “mostri”: è il nome usato per la società dei Figli di Cardea.

Il romanzo è strutturato in 40 capitoli, più un prologo e un epilogo e alcune note con glossario, utilissime. I capitoli non sono tutti ambientati nel presente: ci sono numerosi flashback, in quanto la storia ha origine e si dipana partendo da molti secoli addietro, con la presenza anche di personaggi storici reali, e sotto il titolo del capitolo c’è sempre indicato il tempo in cui è ambientato: oggi, prima, molto prima e così via. I capitoli storici sono senz’altro quelli che mi hanno fatto andare in visibilio, senza togliere nulla agli altri, ovviamente!

E veniamo alla scelta di alcuni nomi. Il protagonista, Ascanio, ha un nome “pesante”, e come viene specificato nel romanzo stesso, è il nome del figlio di Enea: un retaggio forte dunque, ed è quello che in effetti ha il ragazzo: nipote di un potente officiante, Aristide, ha una grande responsabilità sulle spalle. I nomi degli altri amici sono nomi comuni, che sottolineano la contemporaneità e l’aderenza all’attualità (nonostante si tratti di un romanzo urban fantasy) della storia. Mi è piaciuto anche la scelta del nome Raul per il capo del branco del Vello d’argento, fa molto Kenshiro!

Alessio Del Debbio ha dichiarato più volte che non ama i vampiri, ma un piccolo richiamo alla loro mitologia l’ho trovato: gli ulfhednar possono essere uccisi con un paletto di frassino, inoltre sono fortemente “allergici” a una particolare pianta, un po’ come la verbena dei vampiri di the Vampire Diaries. Tra l’altro Alessio si dimostra buon conoscitore delle proprietà magiche delle piante: anche questo aspetto fa parte delle tradizioni e delle leggende della Toscana che ama tanto. Troviamo, a riguardo, citazioni di creature apparse ne “L’ora del diavolo”, qui recensito l’anno scorso, come Lucida Mansi o i linchetti.

Le località della Toscana che fanno da sfondo alle avventure sono molteplici; ho amato molto la Grande Quercia, che avrà un ruolo fondamentale per la storia. Va da sé che l’ambientazione italiana è un valore aggiunto.

Lo stile dell’autore è scorrevole, piacevole, utilizza con la stessa nonchalance termini ricercati come “ferocità” o fumettistici come “.mpf”; non va mai fuori registro, abusando in descrizioni o al contrario scarseggiando con le medesime, è tutto molto equilibrato. Mi è piaciuto molto il termine “officiante” anziché stregone o sacerdote, che mi sembra molto più corretto rispetto a “stregone “ o “sacerdote”, ormai strausati ovunque!

Terminiamo con l’edizione. La cover è molto bella, con lo sguardo del lupo sopra al titolo e i due protagonisti al centro, sullo sfondo la natura della Garfagnana. Molto bello anche il font usato per i titoli dei capitoli, che è lo stesso utilizzato in copertina per il nome dell’autore.

Il romanzo termina con un colpo di scena: speriamo di non dover attendere molto per leggere il secondo volume!

Consigliatissimo a tutti gli amanti del genere, il target penso dai 14 anni in su.

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Per leggere anche l’intervista all’autore: Infiniti Universi Fantastici