Con il cuore tra due fiumi. L’esperienza di viaggiare in bus

Viaggiare i bus è un’esperienza diversa da tutte le altre

82

Con il cuore tra due fiumi. Viaggiare in bus è un’esperienza diversa da tutte le altre. Diversa dal treno, dall’aereo, dalla macchina, dalla nave.

Ancora di più se si tratta di lunghi viaggi, lunghe distanze da percorrere di notte. Intorno a te tutto è buio, tutto è silenzioso, tutto è vuoto. Il paesaggio cambia, e insieme a lui un po’ anche tu. Ti allontani da qualcosa per dirigenti verso qualcos’altro. Per me, è allontanarmi da una vita perfetta, dove le feste sono infinite, gli impegni pochi e il divertimento tanto, da persone che in pochi mesi sono diventate una famiglia, e che tra pochi mesi non vedrò mai più; ed avvicinarmi alla vecchia vita, che sa di poco, che ha sempre saputo di poco ma della quale mi sono sempre dovuta accontentare, mi avvicino a persone di cui ho sentito poco o niente la mancanza i questi mesi, a persone che non mi hanno mai capita e che adesso lo faranno ancora meno.

Le persone conosciute in viaggio, sconosciuti diventati amici. Con alcuni magari rimarrò in contatto, con i più ci perderemo, e penso sia terribile perdere qualcuno che per un periodo della tua vita ha significato così tanto.

Il momento in cui la famille si dividerà, gli aerei saranno i “solo andata” verso quel posto che è casa, ma che non senti più tale, perché ormai casa tua te la sei costruita altrove, casa tua è dove hai fatto quella festa gigante dove è arrivata la polizia, dove hai mangiato uno yogurt da sola per cena perché non avevi voglia di fare la spesa, dove con i tuoi amici ti sei ubriacato così tanto da stare male. Eppure, in terra straniera, quegli sconosciuti che sono diventati amici, erano lì a tenerti la testa, senza giudicarti, ascoltando i tuoi “non berrò mai più”, sapendo che la settimana successiva sarebbe successo lo stesso.

All’inizio è terribile partire, essere il primo ad andarsene, perché forse, la cosa che fa più male, è vedere che loro vanno avanti senza di te, e tu anche lo fai, ma con un pezzo di cuore in meno, perché lo hai lasciato a loro.

Lo hai lasciato tra quei due fiumi che si uniscono nel punto più bello della città.

Ma poi, chi è partito torna alla sua vita normale, e mano a mano tutti vanno via. Le cene di addio diventano sempre più frequenti, e gli invitati sempre meno. Fino a che non rimane l’ultimo, e non ci sarà nessuno a dirgli buon viaggio.

Sei sul bus, e pensi a tutto questo, e pensi che non vuoi andare, che non vuoi lasciare la bolla di felicità che ti sei creato, una dimensione parallela sospesa nel tempo e nello spazio, dove i problemi sono rimasti in Italia e tu sei libero di essere chi vuoi, una persona nuova, come avresti sempre voluto essere.

Poi torni a casa, e devi tornare ad essere la vecchia te, perché così deve essere, perché questo è quello che si aspettano da te.

Avresti tante cose da dire, eppure ti mancano le parole, perché sai che i tuoi vecchi amici non capirebbero, perché sai che sbufferebbero e alzerebbero gli occhi al cielo al tuo “sì, perché quella sera, mentre passeggiavamo sulla riva del fiume…”.
Quindi vai avanti, torni quella di prima, ma con un pezzo di cuore in meno, quel pezzo bloccato tra i due fiumi.


Con il cuore tra due fiumi. L’esperienza di viaggiare in bus