La caduta di capelli è un problema che colpisce non solo gli uomini. Circa 6 milioni di donne in Italia soffrono di diradamento dei capelli o, in maniera più critica, di forme di alopecia. Dalla scienza arrivano importanti scoperte sia sulle cause di questi problemi, che vanno da fattori alimentari allo stress, sia sui possibili trattamenti per tornare a sfoggiare una chioma in salute.
Stress, ma non solo: sono almeno 12 le possibili cause che rischiano di provocare la caduta dei capelli nelle donne, come spiegato dall’esperta tricologa Anabel Kingsley, figlia di uno dei guru della salute delle chiome, Philip Kingsley, e direttrice dell’omonima clinica in New York. Ecco allora quali sono questi motivi di preoccupazione, e anche alcuni possibili trattamenti da attuare, ricordando però che uno dei sistemi attualmente più risolutivi è la terapia di medicina rigenerativa elaborata da Hairclinic, laboratorio specializzato nella cura di alopecia femminile e problemi collegati.
Caduta di capelli: i rischi dello stress.
La calvizie può colpire anche le donne, e anzi in Italia sembra in aumento la quota “rosa” che soffre di questo problema, che attanaglia addirittura 6 milioni di nostre connazionali; eppure, intervenendo in tempo e comprendendo le ragioni del diradamento, in modo particolare se comparso all’improvviso, ci sono maggiori possibilità di ripristinare la salute dei capelli. Il primo fattore di rischio e imputato “per eccellenza” di numerose patologie moderne è lo stress, che quindi grava in tutti i sensi sulla nostra testa: è la Kingsley a spiegare che “lo stress aumenta i livelli di testosterone che, a loro volta, possono incidere sul processo di crescita dei capelli”.
Gravidanza e anemia influiscono sulla caduta di capelli.
Una donna su due, poi, comincia a perder capelli nei momenti successivi alla gravidanza e al parto; una condizione che però è “tipica” e non dovrebbe allarmare in maniera eccessiva, perché secondo gli esperti basta solo attendere che i capelli riprendano tono e corposità in maniera naturale, senza esagerare con i trattamenti. I tempi di recupero sono tra le 6 e le 12 settimane dal giorno del parto. Di certo più problematica è l’anemia, malattia del sangue che si manifesta per la mancanza di ferro, che priva l’organismo dei globuli rossi necessari al trasporto di ossigeno in tutto il corpo provoca anche la caduta dei capelli: in questo caso, una volta accertata la patologia si potrà cambiare abitudini alimentari o assumere integratori specifici.
I problemi che causano la caduta di capelli.
Veniamo poi al “nemico pubblico numero uno” delle chiome delle donne, il responsabile principale di diradamento e calvizie: l’alopecia androgenetica. Come sottolineato da uno scienziato danese Lars Skjoth, questa infatti “è la forma più comune e frequente di perdita dei capelli e si manifesta con un diradamento dei capelli all’altezza delle tempie, visibile già nell’adolescenza”. Quando si verificano i primi segnali, occorre rivolgersi a un medico specializzato, che consiglierà la terapia più adatta e il ricorso a un trattamento adeguato. Altro elemento critico è la cosiddetta alopecia da trazione, provocata anche da pettinature stressanti per le chiome, come la “coda di cavallo” troppo stretta, che stressa i follicoli e provoca dolore al cuoio capelluto. Cambiare acconciatura, allora, diventa una soluzione immediata e benefica.
Cattive abitudini.
Ci sono poi altre abitudini di vita che possono mettere a rischio la salute dei capelli, come l’utilizzo troppo frequente di piastre e ferri (che assottigliano i capelli e stressano i follicoli piliferi), le colorazioni continue (anche per il contenuto di sostanze chimiche che rompono la cuticola a protezione del fusto per far attecchire il pigmento colorato) e una cattiva alimentazione. Non bisogna infatti sottovalutare il fatto che i capelli fanno parte deitessuti non-essenziali, ovvero ricevere solo in ultimo le sostanze nutritive; con una dieta sbagliata (per eccesso o per difetto) si rischia anche di compromettere la salute della chioma e addirittura provocarne la caduta.
Gli altri fattori di rischio per i capelli.
E infatti, anche l’altro fattore citato dagli esperti è collegato alla alimentazione, ma fa riferimento a un disturbo specifico come l’ipo o iper tiroidismo, che rende i capelli più fragili e tendenti alla caduta.Se invece si soffre di sindrome dell’ovaio policistico, un disturbo endocrino che colpisce la funzione delle ovaie, gli ormoni maschili prodotti in eccesso potrebbero accorciare la fase di crescita dei capelli, e quindi serve una terapia medica adatta.