L’ eruzione del vulcano Etna ha fatto passare dei brutti momenti agli abitanti e turisti della provincia di Catania. Natale tra scosse e lava, quindi, per i catanesi, popolo che come i napoletani, vivono alle pendici di un vulcano con il quale sono costretti a convivere: Etna e Vesuvio. Se il secondo dorme ancora e speriamo per molto tempo, data l’esplosività della sua eruzione, il primo invece è costantemente attivo. Regalando scenari suggestivi e in genere poco pericolosi. In quanto le eruzioni sono costanti, regolari e controllabili.
Eruzione Vulcano Etna. Cosa come mai c’é da preoccuparsi?
Questa volta però, e proprio tra la vigilia di Natale e Santo Stefano, l’Etna ha dato il meglio (o il peggio) di sé. L’ eruzione del vulcano Etna e lo sciame sismico del 24 dicembre hanno anticipato le più forti scosse registrate nella notte del 26 dicembre: la più intensa, di magnitudo 4.8, ha causato danni e feriti nei comuni del Catanese.
Secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), l’epicentro è tra i comuni di Viagrande e Trecastagni a nord di Catania e l’ipocentro solo un chilometro di profondità. Dieci feriti di cui due ricoverati, danni a chiese e abitazioni in provincia e tanta paura. E’ stato chiuso un tratto dell’A18, l’autostrada Messina-Catania. Più precisamente, tra Acireale e Giarre per la presenza di crepe nel manto della strada. Alla vigilia di Natale è invece stato chiuso l’aeroporto di Catania.
La lava è in fase di raffreddamento e il peggio sembra essere passato. Sembra, appunto. Perché per il direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania, Eugenio Privitera, il peggio deve ancora arrivare.
L’ultima eruzione del vulcano Etna dunque sembrerebbe solo un campanello d’allarme di quello che potrebbe succedere. Ma perché queste cose succedono sempre a Natale? Tsunami in Indonesia, eruzioni e scosse di terremoto in Italia …