La cornice dell’incontro con l’artista Raffaella Manca questa volta è un agriturismo a Paliano. Una cornice particolare dove incontrarla, tra prodotti della natura e vino, in una domenica di sole e un bagno in piscina vestiti: il mondo degli artisti.
La Manca è una pittrice sarda, con l’isola nel cuore, vive a Colleferro. Un po’di gossip: si racconta che il marito Giorgio nella terrazza di una casa, che narra in ogni dettaglio il loro amore, volesse realizzare una piscina con il mare della Sardegna. La Manca è un’artista, che parla poco, lascia che a parlare siano le sue tele. Nei momenti di public relation una voce le viene in soccorso: il marito Giorgio. Mi sono innamorata dell’esplosione delle sue donne dal primo momento, in una collettiva a via Margutta. Impossibile localizzare il luogo, il paesaggio nelle tele, il protagonista è il corpo. Donna, artemorrogica, un’esplosione colorata, tragica, comica, donne dalle tette generose, erotiche ma anche rassicuranti. Nelle tette è rinchiusa una chiave di lettura dell’universo femminile contemporaneo.
Volti a volte deformati, maschere che indossiamo, colori caldi, colori violenti. Ogni tela meriterebbe un racconto.
Ogni tela è un viaggio. Il Laboratorio artistico è una stanza della casa a Colleferro, ma anche la terrazza. Donne uniche che sembrano guardarti, urlare in silenzio il male di vivere. Ma anche donne pacificate. Un intreccio di corpi, lui e lei, speranze di dialogo, corpi che sembrano interrogarsi sulla possibilità di essere compagni di viaggio. Sulle tele della Manca viaggia il poliedrico universo femminile. Anche i pesci hanno un ruolo in alcune tele, animali marini nascono dagli alberi, sono appesi come il bucato. Donne vistose a volte occhi lividi, la denuncia della guerra tra i sessi…La sua arte approda prima nei centri sociali, poi entra nella cornice di contesti canonici come via Margutta, la villa comunale di Frosinone.
Un’artista impegnata, che presta voce con i colori alle donne. Entrare nel mondo di Raffaella Manca è un’emozione.
Lei è minuta e rassicurante crea donne conflittuali, figure che sembrano essere sempre in fuga alla ricerca di qualcosa. La Manca è una grande lettrice e allora fermati ad osservare: potresti intravedere le parole della Deledda e della Murgia. In fondo a casa della Manca c’è anche un tazebao, un collage di bigliettini, una comunicazione poetica tra lei e Giorgio. Arrivare a casa loro è un atto coraggioso, tante scale, ma proprio tante tanto che perdi il conto. Con il cuore in gola senti vibrare la passione dell’artista, mentre ti smarrisci tra i colori, tra i fornelli della cucina trovi lui, Giorgio, che non si scompone neanche se all’improvviso deve aggiungere 5 posti in più.