La confessione

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– Sia lodato Gesù Cristo – Il ragazzo non rispose. Il prete sapeva che dietro la grata del suo confessionale c’era un giovane. Lo aveva visto aggirarsi nervosamente attorno alla bussola di legno che, tutti i giorni, alla stessa ora, accoglieva sante donne pentite per un pettegolezzo di troppo, giovani suore con pensieri laici e giovanissimi catechisti dalla mano veloce.

-Dimmi figliolo, dimmi pure, sono qui- Nessuna risposta.

-Non avere remore, non davanti a un umile peccatore quale sono io- Il prete aspettó qualche secondo, poi capì che era il momento di rompere gli indugi.

-Da quanto non ti confessi?-

-Da tanto- Finalmente il giovane aveva aperto bocca. Due sole parole, ma il tono e la tensione espressa, la dicevano lunga almeno alle esperte orecchie di don Luigi. Il prete capì che era il momento di incalzare.

-Cos’è che ti angustia?- La risposta arrivó pronta, decisa, secca – Ho ucciso!- Ancora due sole parole che però, stavolta, si abbatterono sul prete provocandogli quasi un dolore fisico. Un attimo di smarrimento, solo un attimo perché il prete sapeva che adesso doveva dire qualcosa. Qualsiasi cosa ma subito, un’esitazione di troppo e quel giovane se ne sarebbe andato. Gli venne un banale e istintivo – Quando?-

-Stamattina, poche ore fa

-Un incidente stradale?- chiese don Luigi in cuor suo sperandolo.

-No, per uno scippo- La diga aveva ceduto liberando un torrente di parole

– Ero sul motorino, ho visto la borsetta al braccio di una donna. Mi è sembrato facile, era molto anziana, doveva per forza essere facile. Ho fatto lo strappo ma quella sembrava avercela incollata al braccio quella maledetta borsa. Ho trascinato la donna per un sacco di metri, l’ho sentita sbattere contro qualcosa, un palo, Il marciapiedi, non so. Deve esserci rimasta secca e io sono scappato-

Un vociare volutamente lieve sollevato da un piccolo gruppo di bambini, ruppe il silenzio e distolse il giovane dal suo raccontare. La suora che li accompagnava avvicinó il dito indice alle labbra e tutti tacquero.

-Poi sono venuto qui, in chiesa, da te, da un prete-

Non erano certo queste le confessioni a cui don Luigi era abituato, non era la disperazione che era solito fronteggiare. Per i suoi parrocchiani spesso bastava semplicemente una parola di conforto, a volte, con taluni addirittura una battuta di spirito e tre ave Maria da recitare rigorosamente dopo un buon bicchiere di vino rosso.

Adesso però aveva davanti un giovane assassino. Un turbinio di pensieri sfiló nella mente di don Luigi e, tutti, dovevano correre alla velocità della luce se il suo silenzio, ancora una volta, duró solo per pochi attimi.

-Sei qui e questo qualcosa dovrà pur significare. Non sarà la mia assoluzione che cerchi ma dj sicuro sei pentito e questo è già tanto- Il prete ebbe la sensazione che il giovane stesse andando via, ma non fu così. Forse aveva solo cambiato posizione. Forse sì era inginocchiato. Certo è che gli era ancora davanti e soltanto una sottile grata di metallo divideva i suoi grandi occhi chiari ormai un poco velati dagli anni, dal volto di un giovane assassino.

-Sono un prete e da prete ti dico che lassù, Lui, è sempre pronto ad accogliere chiunque si senta pentito. Ma, sono anche un uomo e, da uomo ti consiglio di costituirti. Solo così ti alleggerirai di un peso troppo grande per rimanere solo sulla tua anima-

Stavolta non fu un’impressione. Adesso il giovane si alzó davvero dicendo qualcosa che il prete non capì o non volle capire. L’istinto, il vecchio istinto a cui da giovane don Luigi aveva più volte ceduto, lo avrebbe portato ad inseguire il ragazzo, a fermarne la fuga. Ma gli anni non passano invano. Per nessuno e neanche per un buon prete.

Cosi, rimase seduto, nel suo confessionale e ci sarebbe rimasto a lungo se don Mario, il vice parroco non lo avesse chiamato

-Padre Luigi, vi vogliono al telefono. Padre Luigi, siete lì, vero?

-Sì, grazie don Mario, arrivo-

Don Luigi uscì e, a giudicare dai suoi occhi, doveva aver pianto. Lentamente, sotto lo sguardo interrogativo del vice parroco, si avviò verso la sacristia. Prese il telefono e dall’altra parte gli giunse una voce

-Reverendo Padre, la chiamiamo dall’ospedale di Santo Spirito. Sua madre, la signora Anna, è qui da noi. Voglio subito dirle che sta bene ma che ha subìto un tentativo di scippo, per cui preferiremmo trattenerla per l’intero giorno. È una donna con un tempra eccellente ma sa…per precauzione…-

-Ti ringrazio Signore- disse don Luigi e…io, invece, ringrazio Voi della redazione di BombaGiù per aver premiato la mia…Insania 😊🤗