La curiosità di Sonia

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Blublubluuu…
miriadi di bollicine fuoriescono dalla maschera, mentre Sonia si immerge nel mare per allontanarsi dalla spiaggia chiassosa e dalle eccessive raccomandazioni della mamma:
Sonia, non ti allontanare troppo
Sonia, ricorda di metterti a dorso se ti affanni
Sonia, chiudi la bocca, altrimenti bevi
Sonia, attenta a quelli che giocano a palla o fanno i tuffi
Sonia, ricorda di nuotare vicino a uno scoglio così ti puoi appoggiare
Sonia, aspettami…

Sonia ha solo otto anni e molta incertezza nel nuoto, ma, con maschera, boccaglio e pinne, si sente al sicuro e la curiosità vince la paura di qualche imprevisto e inatteso incontro.
Il mondo sommerso è magnetico e Sonia si ritrova subito in un’altra dimensione serena e preferita: inizia subito la sua avventura.
Alghe e piccoli anemoni ondeggiano e Sonia canticchia al ritmo del ritornello delle note di Volare.

Nuvole dense di acciughine si divertono a solleticare i suoi piedi e un tappeto di salpe bicolore luccicanti nelle regolari strisce gialle la scortano come la principessa del mare.
Innesca gare di velocità con le agilissime aguglie.
Gioca a uno, due, tre… stella con le simpatiche castagnole.
La mamma, sulla spiaggia, si è distratta solo un attimo a riposizionare l’ombrellone sollevato da una folata di maestrale, ma… Sonia non c’è più.
«Era sul bagnasciuga un attimo fa, indaffarata a vestire il suo equipaggiamento subacqueo e ora non c’è più» grida tra sé e sé.
La tensione sale e inizia ad agitarsi.

Con rapidità e attenzione, inizia a scandagliare lo specchio di mare che lambisce la piccola baia, ma non riesce a riconoscere sua figlia.
Prova a chiedere in giro, fornendo una dettagliatissima descrizione di Sonia: capelli biondi dalle estremità ricciolute, un costume intero celeste a fiorellini verdi esuberante nelle due galette che delimitano il decolté e il girovita, pinne azzurre, maschera e boccaglio gialli e verdi.
Purtroppo, non sono dati determinanti per un rapido e univoco riconoscimento.
L’ansia la attanaglia.

Sonia, intanto, continua a nuotare, ispeziona una piccola grotta illuminata dalla luce del sole che attraversa una fessura sulla volta superiore della roccia.
Una giovane murena marrone maculata le strizza l’occhio e le accarezza il collo:
«Ciao, sei una sinuosa sciarpetta in una giornata ventosa. Lo racconterò alla mamma.» ridacchia.
L’esperienza giunge all’apice quando, dopo un breve tratto sabbioso, ha una incredibile visione:

«Ma quella è un’arancionissima stella marina!» borbotta nel boccaglio. Prova a immergersi in apnea per avvicinarsi e vederla meglio, adagiata sul lato scosceso di uno scoglio striato.
«Oooh, è la più meravigliosa meraviglia che abbia mai incontrato. Lo racconterò alla mamma.» continua a borbottare, dopo essere riemersa per soffiare l’acqua in eccesso nel boccaglio.

Nonostante sia tornata in superficie e, per ben due volte, abbia rammentato sua mamma, non si accorge di essersi avventurata da sola e si rimette a guardare la stella. Aveva visto foto e video di quei delicati esemplari a Superquark, aveva letto tutto di loro su Focus Junior e sapeva quanto fosse delicata. Per paura di profanarla, anche solo smuovendo l’acqua vicina, smette di nuotare e rimane a galla, continuando ad ammirarla.

Intanto, le ricerche di Sonia arrivano al culmine quando tutti i tentativi sono risultati vani e lacrime e singhiozzi hanno preso il sopravvento di sua mamma. Ormai, attorno alla giovane donna, si era creato un capannello di gente che ciarla, gesticola e dà spettacolo con un inutile chiacchiericcio. Alcuni hanno pure l’ardire di registrare un reel e riprendere la scena di con annesso hastag: #mammadisperata.

Il video riprende la giovane mamma seduta sulla battigia che tiene stretto nelle mani il vestitino di Sonia (portato in giro poco prima per mostrare il motivo floreale del costume della figlia); il suo sguardo fisso nel vuoto guarda il mare, mantenendo accesa una scintilla di speranza (che quella non deve morire mai); la sua bocca si muove, sussurrando, in un loop continuo, come una preghiera la stessa frase: «Ora mi sveglio, è stato solo un brutto sogno. Sonia…»

Il video diventa virale e gli haters si sdanno in illuminanti commenti educativi che fraintendono una realtà ben diversa. Ritratta come una mamma sciagurata e irresponsabile, paragonata a famose madri aguzzine della storia recente e remota, è solo una mamma che deve imparare a gestire i sensi di colpa e a dare maggiore autonomia a sua figlia.

Quello è il momento di fermarsi a riflettere e cercare di analizzare quell’emozione che, da quando Sonia è nata, la condiziona. Si rende conto che non può rimuovere quella sensazione ma può trasformarla in qualcos’altro. Ignorando quanto accade attorno a lei e tanto più nel web, respira profondamente e cerca di riflettere concretamente e in modo proficuo.

Nel frattempo, per aver contemplato troppo tempo la stella marina, Sonia inizia ad avere freddo. Riprende a nuotare, salutando la sua amica Baffina (le aveva anche dato un nome per i suoi numerosissimi pedicelli). E muovendosi sempre più veloce perché i brividi non le danno tregua.

«Ci vogliono i caldi abbracci della mamma…»

Dopo aver ripetuto per la terza volta la parola “mamma”, capisce di essere sola. Alza la testa e guarda dove si trova: si accorge di essersi allontanata troppo, perché non riconosce la spiaggia da cui era partita. Si rende conto di aver oltrepassato la piccola scogliera che delimitava la baia, perché, al fondale sabbioso che offriva, aveva preferito quello roccioso: ambiente più suggestivo ed esaudiva la sua irrefrenabile curiosità.
La tensione sale e inizia ad agitarsi. Teme di non riuscire a ripercorrere il tragitto all’indietro. Ricorda, allora, nitide e precise le buone raccomandazioni della mamma.
Sonia si libera di maschera e boccaglio, si gira supina e inizia a sbattere i piedi dirigendosi verso la riva. Si accomoda seduta su uno scoglio e, mentre cerca di tranquillizzarsi e orientarsi.

Guarda verso destra ma vede un panorama, seppur interessante e da esplorare, totalmente ignoto.

Guarda verso sinistra e capisce di essere approdata sulla baietta contigua. Scorge, infatti, il suo inconfondibile ombrellone arancione su cui aveva disegnato tantissime stelle marine con il pennarello indelebile blu.
Si toglie le pinne e le stringe nella mano destra, sistema la maschera sopra la testa come una passata e si mette a correre verso la mamma, che individua seduta sulla battigia. Grida più volte:
«Mamma!»
Ma la mamma non si volta; Sonia è tranquilla pensando che non l’abbia riconosciuta, perché in una spiaggia decine di bambine gridano: «Mamma!»
Corre ancora più veloce e le arriva da dietro urlando:
«Bubusettete!» e l’abbraccia forte forte.

La mamma, con gli occhi velati dalle lacrime, ma il cuore rinfrancato dalle sue riflessioni e dalla speranza mai abbandonata, si abbandona a quell’abbraccio ristoratore ed emozionante. Ricorda di aver provato la stessa sensazione in sala parto, quando si sono abbracciate per la prima volta.
Sonia vorrebbe slacciare quella stretta, così imprevista e forte, ma intuisce che c’è qualcosa che non va e lascia la mamma dettare i tempi.

Arriva alle orecchie di Sonia il chiacchiericcio dei vicini e ai suoi occhi sguardi e atteggiamenti inquisitori: tutto sembra rivolto a lei. Capisce che la mamma ce l’ha con lei perché l’ha combinata grossa. Pensa rapidamente a come evitare una brontolata pubblica perché, come le capitava a scuola, quando una maestra inizia a brontolare, ci si mettono anche le altre, rincarando la dose a scoppio ritardato.
Decide, allora, di giocare d’anticipo, intraprendendo il racconto dei frutti della sua avvincente avventura. Le parole di Sonia sono suadenti, coinvolgenti, squillanti e fresche, da far schiarire lo sguardo nuvoloso della mamma che ben presto si rasserena ed esclama:
Sonia si concentra sul presente; la mamma sul futuro ed esibisce un sorriso smagliante, ricambiato dalla figlia.

«Una trama avvincente per la mia prossima storia» suggerisce la mamma, poi prosegue: «e tu sarai la protagonista. Se ti va, puoi continuare a ispezionare la zona, così aggiungiamo un episodio alle La curiosità di Sonia. Si intitolerà così: ti piace?»
«Certo che mi piace, ne sono contentissima, ma preferirei che andassimo insieme.»
Il racconto di Sonia termina con un nuovo abbraccio, durante il quale, si scambiano un reciproco:
«Scusami, ti voglio bene

Sonia sa di aver disobbedito e la mamma capisce di averla limitata troppo a lungo.
La mamma è felice perché i suoi insegnamenti sono stati appresi con serietà dalla figlia che è riuscita a tornare sana e salva e con un bagaglio di avventure da raccontare. La mamma ha affrontato la paura della perdita, trasformandola nella passione per la scrittura. Quell’episodio è il primo di quanti si trasformeranno in racconti apprezzati e pubblicati.
Sonia è felice perché sa di essere un po’ più cresciuta e di aver conquistato stima e fiducia da sua mamma, che ora riesce a manifestargliele senza ombre.

Mamma e figlia sono pronte per la prossima perlustrazione sottomarina, arriva il babbo sudato ma soddisfatto che esclama:
«Ho trovato il parcheggio e pure all’ombra. Qui tutto bene?!»
«Benissimo, andiamo a fare un bel bagno insieme!»
«State attente» raccomanda il babbo.
Mamma e figlia si guardano affettuosamente, alzando le sopracciglia, sgranando gli occhi e scoppiando a ridere!