Da quando è finita la Seconda terribile guerra mondiale, si paventa all’orizzonte lo scoppio di una Terza. Prima a far tremare era lo scontro Usa-Urss, poi con il crollo del muro di Berlino e la fine della Guerra fredda, a far paura è lo scontro tra mondo occidentale e mondo mediorientale.

Negli ultimi anni poi, nel già incasinato scenario mondiale, si sono aggiunti due personaggi sopra le righe: il Presidente degli Usa Donald Trump e il dittatore nordcoreano Kim-Jong Un. Ma più che i leader politici, le armi nucleari e il petrolio, a far rischiare l’insorgere di una Terza guerra mondiale sarà…l’acqua.

Secondo le previsioni dell’Organizzazione delle nazioni unite, infatti, metà del pianeta rischia di rimanere senza acqua già a partire dal 2030.

A dimostrazione di questa tendenza, già oggi in diverse zone del paese si evidenzia una scarsità idrica. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: letti dei fiumi quasi prosciugati livello dei laghi più basso. Ciò avviene anche nel nostro paese ma si è manifestato in maniera importante in alcune zone della Cina, a nord di Pechino, così come in India, American Centrale, Australia e Medio Oriente.

Ovviamente è l’Africa sub-sahariana a pagare la peggio. La situazione drammatica ha, per esempio, determinato delle tensioni tra agricoltori ed allevatori nella cintura di Sahel. Ovviamente non è uno scontro da terza guerra mondiale ma piuttosto una battaglia per accaparrarsi le poche risorse idriche a disposizione.

Sono davvero segni di una imminente terza guerra mondiale?

Forse siamo ancora lontani da una eventuale guerra ma alcuni segnali di tensione già si registrano. Ad esempio Cina ed India hanno dei contenziosi in corso in seguito alla decisione da parte del governo di Pechino di deviare verso Nord il corso del fiume Brahamaputra che i due stati hanno in comune. Analoghe tensioni sono sorte tra Turchia ed Iraq, tra Israele e Palestina. Dove ci porterà questa scarsità di acqua?

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