L’utilità oggi di Machiavelli

Machiavelli pone la politica stessa come questione centrale nella società e non a torto, ma a fianco alle analisi sulla concretezza fattuale, ricerca pure una dimensione “Estetico-Economica Etica”,ben conscio dell’impossibilità a realizzarla se un popolo o individuo è servo.

Pone il principio di libertà individuale e collettiva come condizione imprescindibile di un’umanità rivolta alla ricerca di un Etica che possa prescindere dagli egoismi.

Machiavelli sa bene, come Vico poi scriverà nella Scienza Nuova, che ogni popolo e ogni individuo passano attraverso stadi di maturazione: dal “poetico” corrispondente, all’infanzia, all’estetica e ai popoli primitivi, all'”epico” corrispondente all’età della pienezza della forza fisica, all’economia, ai popoli, che espandendosi, stanno raggiungendo un certo grado di civiltà e ricchezza, ed infine al “civile” corrispondente all’età matura, dove l’esperienza ha lasciato la sua traccia alla dimensione etica, e i popoli ricercano il vivere in modo civile nel rispetto e nell’amore reciproco. Machiavelli sapeva che la politica era ciò che permetteva allo stato e ai cittadini di esser liberi, ma in relazione alla maturità di quest’ultimi, privilegiava lo stato che aveva anche il compito di educarli. Anche oggi non si potrebbe dargli torto che in piccola parte.

L’etica del Machiavelli traspare in molti punti delle sue opere,”la moltitudine è più savia e più costante che uno principe” quella di Dio;” “sono migliori i governi de’ popoli che quegli de’ principi”.

Come si vede anche la dimensione repubblicana del Machiavelli emerge. Egli, rifacendomi al discorso precedente, magari in parte inconsciamente, intuisce come nei popoli e nelle religioni antiche, anche se barbari, si hanno maggior capacità operative, rispetto ha quelli quasi civili(vedi Firenze o la religione cristiana) che l’hanno perduta per colpa della loro cultura. Interessante anche per la politica italiana e mondiale di oggi, il prevedere rotazioni negli incarichi: “così da non prendere”più autorità che loro si conviene” dovrà essere fatta ogni anno la permuta dei connestabili”.

Machiavelli comprende, che la fiducia la si può concedere se si agisce da diffidenti, in modo che gli individui, ai quali la si concede, si trovino in condizioni di non abusarne.

Machiavelli non può essere definito ateo,in modo semplice, poiché lo stesso, a fianco della dimensione fattuale della politica che vorrebbe essere soggetta ad altre leggi, ma purtroppo è quella che è, dimostra che il credo trascendente non debba entrare nell’universo politico, ma possa porsi solo su un piano spirituale individuale. Come fare a non essere molte volte vittime predestinate, se si volesse conciliare l’azione politica con quella spirituale….. Se si segue la religione cristiana il regno dei malvagi verrebbe sconfitto o si perpetuerebbe nei tempi? Penso che ci si possa ricordare del peccato originale,e si debba ricercare moderazione e il saper mediare, cose che anche il Machiavelli infine condivideva, una volta domati i suoi istinti, come tutti.

Interessante, attualissima e sottile la citazione a “L’ordine,che nasce dal disordine” ….(concetto ribadito dal nobel Prygogine e la sua scuola di Bruxelles, nei trattati e dibattiti sulle strutture dissipative) Esattamente il contrario di quanto vorrebbe l’opinione comune, attenta “più a’ rumori e dalle grida che di tali tumulti nascevano, che a’ buoni effetti che quelli partorivano”. Implacabile nel mettere in evidenza l’egoismo dei grandi, egli non dissimula d’altra parte né l’odio né l’invidia dei plebei. L’anti evoluzionismo in Machiavelli ha avuto la funzione di comprimere e mettere in crisi la storia, ricercando una dinamica evolutiva auto generantesi nella “buona politica”, dove prevalga la libertà dello stato, del popolo e del singolo cittadino, che noi vediamo ai giorni nostri essere della massima importanza.

Il fatto della tendenza anti evoluzionista rispecchia anche un desiderio di giustizia.

In ogni tempo, ad ogni livello di cultura e civiltà, i rapporti non mutano per quei fattori di adattamento che gli essere viventi mondani hanno insiti in loro. Machiavelli ha un giudizio obiettivo verso il”Cristianesimo e il “Cattolicesimo”, anche per quanto riguarda la caducità di Essi nel tempo. Nessuno nell’esistenza mondana può avere certezze assolute su ciò che avviene nelle relazioni mondane, salvo proprio sulla caducità e il trasformarsi di ogni entità fisica e con esse delle opere umane. Certo l'”Amore”, con la sua espressione di completamento nella “Caritas” apre un diverso orizzonte verso l’essenza dell’esistenza.

Essa però non è valida ad ogni livello di cultura e civiltà, poiché gli uomini che ci hanno preceduto e di cui qualche consistente residuo vive tra noi, oltre ad avere il difetto umano dell’insaziabilità, hanno caratteri da bestie feroci, con in più crudeltà e malizia,e l’essere caritatevoli con essi, nella quasi totalità dei casi ha esito infausto.

Egli dove cita S.Francesco e S.Domenico che(nella più generosa fedeltà all’ispirazione originaria del cristianesimo) hanno permesso alla chiesa, decadente e corrotta, di riprendersi, poiché la giudicava “al tutto spenta”. La fortuna come casualità in Machiavelli assume il suo ruolo determinante nella vita mondana, poiché senza di essa non si può raggiungere nemmeno la maturità di coscienza. Essa condiziona la vita dei singoli come quella di popoli e stati, contro di essa si può solo usare la prudenza, con determinazione…

La provvidenza è quasi, ma non totalmente, assente in Machiavelli, il quale intuisce una legge extra mondana o meglio Divina, che si manifesta in infinite forme, rendendosi all’uomo in gran parte incomprensibile.

Comunque l’ateismo è anch’esso forma di credo esistenziale se si rifà a una coscienza etica. Esso non è mai assoluto come ogni credo religioso che non sconfini nella follia,di per sé quest’ultima difficilmente determinabile. La parte dei giudizi sul Machiavelli dimostra come gli uomini siano di parte e la simpatia e l’antipatia li condizioni. Certo i più grandi,in età matura, riescono ad essere più obiettivi.

I libri del Machiavelli appaiono comunque anche come denuncia delle forme della prassi politica e come tale dà ragione a chi vede in Machiavelli un moralizzatore della società e della politica.

Cito alcuni brani del testo di giudizi di eminenti pensatori,che ritengo i più obiettivi tra quelli menzionati dallo Scaglia, Bacone: “non perché si possa essere indifferenti fra il bene e il male, ma perché non è possibile congiungere la sapienza del serpente con l’innocenza della colomba” (se non si conoscono tutti gli aspetti e forme del male.) Spinoza dice “fu evidente partigiano della libertà e diede i consigli per difenderla”.

Jean Jacques Rousseau: “fingendo di dare delle lezioni ai re, egli ne ha dato di grandi al popolo..”.
Vittorio Alfieri: “L’Italia di ogni servitù maestra, il solo filosofo politico ch’ella abbia avuto finora, non lo conosce ne stima”.
Goddfried Herder:”un uomo onesto e retto, un osservatore acuto, un uomo devoto al suo paese” in tempi in cui non era consentito di intendere la distinzione tra politica e morale.
Hegel:”la concezione più alta e più vera di una politica animata dai più grandi sentimenti”.
Vincenzo Gioberti: “fu pel metodo il Galileo della politica, introducendovi l’esperienza fecondata e ampliata dall’induzione e dal raziocinio”.
Carlo Cattaneo: “il mezzo termine che guida il pensiero dai fatti di Tito Livio agli universali di G.B.Vico”. Mancini:”Triplice merito di aver sottratto la politica al doppio giogo della teologia e della scolastica; di aver applicato ad essa il metodo storico sperimentale; di aver scritto la condanna più sapiente e perentoria della monarchia assoluta”.
De Santis: “Coscienza chiara e seria”.
Benedetto Croce: “il problema morale non è risolto, ma la coscienza di esso è evidentemente presente e non potrà essere cancellata”.
Gentile: “l’oggettività e quindi la profonda sensibilità morale dello Stato” concepito come opera d’arte.
Gramsci: che nel Principe vede un “Manifesto politico” ad uso del popolo.
Cassirer: parla della nuova realtà, tangibile,della “verità fattuale”, “in cui i movimenti politici sono visti nella stessa ottica con cui Galileo ha osservato la caduta dei gravi”.

I testi del Machiavelli, possono essere positivi o negativi in relazione al livello culturale e morale di chi li legge, mentre un giudizio sugli stessi non può che essere “positivo” per le conoscenze che hanno reso ai posteri, anche con tutti i rischi che comportano.

Per terminare con una nota assai importante: nei “Discorsi” e anche in altri scritti il Machiavelli, mostra la sua avversione per i grandi stati, assai pericolosi al fine del benessere individuale e collettivo, preferendo confederazioni di piccole repubbliche.

E’ giusto ritenere Machiavelli eminente Filosofo politico e sociale, oltre che sommo Letterato; proprio per questo motivo altrettanto giustamente il discorso sulle sue opere rimane ancor oggi aperto alle più varie interpretazioni. Interpretazioni che non possono non essere relative alla sensibilità di chi le opera.

Termino con una riflessione personale su mezzi e fini “mezzi e fini”: ogni fine raggiunto diventa mezzo per il raggiungimento del successivo fine; comunque l’importante sarebbe che mezzi e fini armonizzassero, poiché il mezzo che non armonizza anticipatamente con il fine, va a mutare il fine stesso e la catena che ne segue…

 

L’utilità oggi di Machiavelli

di Cima Francesco Nicola