Magie tiburtine: Piazza Campitelli

A Tivoli una delle più belle piazze d'Italia.

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Attraverso questo luogo un giorno sì e un giorno no per recarmi al lavoro, sordo e cieco alla impellenza di guardarmi attorno, la mente occupata dal pensiero di timbrare in orario.

Stamattina, invece, preso da un strano impulso – ma sì, abbasso il cartellino! – mi sono voltato dalla sommità delle scale e sono rimasto sconvolto. Signore e signori, Piazza Campitelli a Tivoli, Italia.

La più antica e la più bella delle piazze cittadine, stretta tra la chiesa di San Pietro alla Carità, il muro della Villa d’Este, e il complesso ottocentesco dell’Annunziata (una parte del quale è stato da poco adibito a museo). Il tutto, nel cuore del centro storico.

Sul nome di questa piazza, appunto ‘Campitelli’, vi sono versioni discordanti e non condivise. C’è chi sostiene che il nome derivi dalla villa romana di Quinto Cecilio Metello, già situata dove oggi si può ammirare la chiesa sopra menzionata, villa che fu nota col nome di Campus Metalli. Che significa “fuori dalle cinta murarie”.

Un’altra versione racconta che, durante i lavori di ampliamento del palazzo di un nobile situato in zona, venne alla luce un mosaico appartenente alla villa romana; da cui il nome.

Da una terza versione ricaviamo che il nome deriverebbe dal capitano Paolo Campitelli, il quale fu a capo del piccolo esercito che nel 1353 mosse guerra a Palestrina.

La sistemazione attuale è frutto di un lavoro di ricucitura del tessuto urbanistico, operato qualche anno fa a cura dell’amministrazione cittadina, i cui elementi, stratificatisi nei secoli, sono stati ricomposti in maniera mirabile – immagine docet.