Usiamo la tecnologia, tutti quanti, ormai quotidianamente, eppure ancora sono tante le cose che non conosciamo, o che addirittura non capiamo. Ci dovremmo fare una cultura sul funzionamento di tantissimi sistemi che sfruttiamo praticamente ogni giorno, come quello della localizzazione. 

Il localizzatore è un tracciatore che, nel caso del GPS, utilizza dei satelliti per conoscere la nostra esatta posizione in tempo reale e seguire ogni nostro movimento, senza perderci d’occhio. Possono condividere queste informazioni trasmettendoli ad altri dispositivi o lasciandoli nella rete, così che tutti coloro ai quali concediamo l’accesso possano trovarci. È un’idea nata molto tempo fa, in campo militare, per la guida dei veicoli in zona bellica. In seguito è divenuta immediatamente popolare anche nella società civile, sebbene possa sembrare in contrasto con tutte le nostre leggi riguardo alla protezione della privacy. 

Ci siamo resi conto, con il tempo, che il GPS tracking poteva essere messo a servizio della gente in maniera fruttuosa. Rappresenta, in un certo senso, una sorta di coperta, una protezione contro eventuali rischi. 

Grazie al localizzatore, infatti, nessuno può perdersi o perdere i suoi tesori più preziosi (beni di proprietà, membri della famiglia, e così via). In caso di necessità viene subito contattato e trovato. Se la macchina si ferma, tramite il dispositivo di localizzazione, veniamo subito soccorsi. Insomma, sotto molti punti di vista, certamente la localizzazione è un gran passo avanti e può migliorare la qualità della nostra vita. 

Esistono, però, molti tipi di localizzatori. La prima distinzione che dobbiamo fare è, innanzitutto, quella tra i bluetooth tracker e i più conosciuti localizzatori GPS (gli stessi che sono installati, ad esempio, nei nostri smartphone e condividono la nostra posizione agli altri utenti della rete). Vediamo di seguito la differenza tra i due sistemi. 

Localizzatori bluetooth

Le differenze tra questi due dispositivi non si può sottovalutare:infatti anche se a prima vista possono sembrare uguali non lo sono affatto! I Trackers Bluetooth sono dei dispositivi che hanno una dimensione limitata. Vengono, infatti, utilizzati per lo più per non perdere oggetti quali il portafoglio o le chiavi o cose del genere.

Quindi un dispositivo Tracker bluetooth viene attaccato a un oggetto per non perderlo e si attiva grazie a una particolare app la quale renderà possibile la visualizzazione della posizione dell’oggetto in questione. Il tracker quindi è legato e connesso allo smartphone grazie al bluetooth.

Nel caso in cui l’oggetto da proteggere dovesse cadere e perdersi e scomparire dalla nostra visuale dovrà essere subito attivata l’App e nello specifico il suono dell’allarme che arriva dal tracker e che sarà utile alla persona a ritrovare quello che ha perso.

I dispositivi trackers Bluetooth più evoluti hanno anche tra le funzioni quella di registrare in una mappa l’ultima posizione nella quale era situato l’oggetto prima che la connessione si perdesse. Questa opzione può essere molto utile perché si potrà tornare in quella zona, riattivare la connessione e sperare di ritrovare l’oggetto.

Altra funzionalità molto rilevante del localizzatore bluetooth è il fatto che arriverà una notifica nello smartphone. La notifica fungerà da avviso e da allarme nel caso in cui viene dimenticato l’oggetto dove è stato installato il dispositivo.

Chiaramente questi strumenti non sono perfetti ed hanno dei limiti. Infatti, nonostante lo si possa considerare molto comodo e molto facile da portare con se, non si può usare per monitorare un oggetto a qualunque distanza.

Tante persone fanno l’errore di pensare questo ma in realtà la distanza massima e il raggio d’azione di questo dispositivo è di circa 40 metri e questo significa che non è adatto per monitorare per esempio una flotta di veicoli.