Moby, a book for the average Übermensch

Moby è una storia ambiziosa, lo urla a gran voce sin dal primo capitolo.

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Si, lo so, è una pacchianata autopromuovere il proprio libro. Oppure no: magari dipende da come uno si autopromuove.

L’idea dietro al libro è che stia accadendo. Qui, sotto ai nostri occhi, proprio adesso, mentre non vogliamo vedere. Che stia accadendo ma non lo vogliamo ammettere.

È per rispondere a questo quesito che, in una mattina di giugno, faccio svegliare Lenin nella sua cripta sulla Piazza Rossa, per farlo parlare con Dio che gli ha confessato di aver fatto un errore apocalittico.

Infatti, mentre parlano, una bomba esplode nel futuro, distruggendo la Terra e intrappolando il presente in una distorsione temporale dove il 20° e il 21° secolo si sono fusi assieme e l’Asia è rimasta intrappolata in una tempesta radioattiva che pare vivere di vita propria.

E gli Stati Uniti d’America? Che fine hanno fatto gli Stati Uniti d’America? E la base su Marte, che è rimasta anch’essa coinvolta in quell’incidente?

Sia come sia la ricostituita Unione Sovietica decide di darsi il compito di salvare il mondo. Perché Nina sul Pianeta Rosso fa gli stessi sogni del Compagno Presidente? E a cosa serve quel super computer sovietico degli anni ‘50, custodito in una fortezza in Siberia?

Ma, soprattutto, quale è quell’errore enorme commesso da Dio, così grande da essergli costato il controllo del creato?

Ora, quello che segue non l’ho scritto io ma qualcuno che, a quel libro, ha voluto un sacco di bene.

Moby è una storia ambiziosa, lo urla a gran voce sin dal primo capitolo.

Il lettore viene immediatamente catapultato in un mondo ove gli uomini hanno colonizzato Marte (senza trovare, esattamente, ciò che speravano). Al loro atteggiamento sussegue la rassegnazione di Dio, la morte di un angelo e un misterioso evento che causa l’accavallarsi di due linee temporali piuttosto diverse tra loro.

Moby è una riflessione, uno specchio, e non quello di Biancaneve. È uno di quei testi in cui la prima cosa da cercare è se stessi, e mette in rilievo questa ricerca in ogni sua pagina, mascherando con una trama ben strutturata e scritta in maniera intelligente e competente uno specchio entro cui potrete vedere il lato oscuro di ognuno degli aspetti quotidiani e più inosservati della vita.

La forza di questa storia è in quel realismo mascherato da distopia che al giorno d’oggi riscontreremmo anche in 1984.

Quest’ultimo, letto ai tempi, poteva sembrare una fantasia nera, qualcosa di impossibile e spaventoso, ma letto oggi potrebbe darci la stessa impressione? Così fa Moby, descrivendoti uno scenario talmente assurdo, violento, amaro da sembrare tutta farina del sacco dell’autrice, qualcosa che non può materialmente esistere (Perché non sopporti, da essere umano, che esista) ma che di fatto è ordinaria amministrazione in ogni parte del mondo, qualcosa che già accade intorno a te, senza che tu veda o “voglia vedere”, rendendoti complice di una realtà che ti fai bastare per quella che è.

Si tratta di un libro coinvolgente, a volte non facile ma dai risvolti brillanti, edito da una voce forte e da una volontà di ferro che non deluderà ne gli amanti della fantascienza ne coloro in cerca di un testo capace di far riflettere, di suscitare emozioni, di immergerti in un mondo e un futuro non così lontani e distopici quanto inizialmente si potrebbe presumere.

Ok: se fino a questo punto l’autorecensione vi ha colpito, Moby si può trovare sul sito di Amazon, dove , in anteprima, ci sono quasi per intero i primi 4 capitoli. Poi, se proprio volete sapere come va a finire..insomma dai, non costa tanto…io mendico, si, ma anche voi non fate i taccagni, per uno o due euri (forse tre).

Grazie 🙂