Ringraziando il VERO spirito del Natale…

Sono loro, i nostri nonni, il focolare che tiene accese le fiammelle tanto flebili dei nostri cuori.

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Esattamente un anno fa mi accingevo a scrivere un ossequioso omaggio allo spirito del Natale, in attesa di una sua risposta al mutamento dei tempi, al travestimento della Nobil Festa in piccola farsa.

Quest’anno, pur essendo sempre incombente il rischio di scadere nella banale ripetizione, qualche interrogativo lo porrò lo stesso.
Quanti di voi avranno dei bambini a cui, lo spero gioiosamente, si è insegnato il tradizionale rito della “letterina a Babbo Natale” o, per i più credenti (difficili da scovare nell’orizzonte di paganesimo di falsi dei dell’oggi) del “Bambin Gesù”, conosceranno bene il contenuto di questa lunga lista.

Si tratta – non che, si badi bene, i bambini ne abbiamo una qualche colpa, di un elenco di desideri materiali, tanti giocattoli e ogni altro genere di elettronico aggeggio che l’illustrissimo mercato di oggi ci mette a disposizione.

Spesso i genitori, mettendosi le mani nei capelli, con il groppo alla gola dell’equilibrista in procinto di cadere, si interrogheranno su come esaudire i tanti desideri, oppure, avendone le possibilità, prontamente “detto-fatto” li faranno trovare sotto l’albero o in un altro punto dell’abitazione adornata per l’occorrenza.
E dunque, i bambini, protagonisti indiscussi del Natale, si esauriscono nella descrizione dei loro desideri materiali.

Bambino = giocattoli.

Ecco la prima uguaglianza.
Certo, voi mi direte, figurarsi gli adulti! Tutti noi aspettiamo il momento per quel regalo che tanto desideriamo, spesso e volentieri uno smart-phone o altro di simile.
Inutile discutere sulla questione: un po’ l’università e gli esami di gennaio, un po’ il lavoro che per le feste lascia poco spazio, un po’ per i problemi della quotidianità, dello Spirito del Natale poco ci importa, se non nell’esemplificazione delle feste, del tempo libero e della scusa plausibilissima per prenderci del tempo tutto per noi.

Adulto = momento di relax.

Ed ecco la seconda uguaglianza.
Restano, gli anziani, la vecchia generazione, che attende il Natale pensando al tempo che fu, che aspetta i nipoti fuori sede di rientro dalla vita universitaria per abbracciarli, che attende il Natale per stare in famiglia.
E’ questo quel senso di tradizione, quel caldo accogliente che solo il Natale ci può dare, “costringendoci” a radunarci nonostante gli impegni.
Sono loro, i nostri nonni, il focolare che tiene accese le fiammelle tanto flebili dei nostri cuori: dei bambini che sono troppo piccoli per rendersi conto di quanto questa festa -per il solo fatto che viene celebrata- ci doni, dei grandi, i quali hanno un costante bisogno di rimembrare i veri valori della vita.

Quindi, nell’augurare di vivo cuore la gioia del Natale, chiedo a chiunque abbia avuto la pazienza di leggere questa “nuova forma di letterina”, non a Babbo Natale ma all’uomo, di ringraziare i nostri vecchi (parola mai stata più bella di ora), i quali sono il collante delle nostre feste, il perno che dà forza al Natale e al suo vero significato, anzi, al suo vero Spirito!

Buone Feste a tutti