Rosso Amore. Rosso Rabbia. Di Annalisa Alfano

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Rosso amore. Rosso rabbia. Rabbiarosso. Rossamore. Rosso sangue. Il sangue è rosso come il colore associato all’amore e alla rabbia. Il sangue è vita. Il rosso è vita. Non si vive senza sangue. Non si vive senza amore. C’è un fil-rouge tra amore e rabbia, forse è meglio dire ira. L’indifferenza non ha colore rosso e non ha alcun legame con l’amore. L’attenzione si, l’attenzione si. L’attenzione a non ferire anche se si è feriti. Anche l’attenzione però, non ha colore rosso. Rosso è vita, pulsione, il sangue continua a scorrere nelle vene perché il cuore ha le sue pulsazioni ed è tutto connesso. Impossibile arginare il flusso. “Amor che a nullo amato amar perdona” diceva il sommo poeta e quanto aveva ragione! Tutto implica l’amore e bisogna tenerne conto senza castrarlo o reprimersi.

Tutto tranne la routine, che, come la pompetta aspira colore dei programmi di grafica, aspira il rosso e lo trasforma in uno sbiadito rosé. Altro colore. Altro gusto ma non è rosso amore, rosso rabbia. Rabbia implica gelosia? Può darsi, ma che questa sia di un rosé molto sbiadito perché amare non è possedere ma prendersi cura e rispettare. Nessuno appartiene a nessuno. In amore non esiste mio tuo. Amare è accompagnare. Amare è non recidere una rosa per portarsela via ma darle acqua e nutrimento per farla fiorire nel suo terreno e sprigionare tutta la sua bellezza.

Amare è tirare fuori la bellezza che si vede nella persona amata. Amore è liberazione e non reclusione. Per i Fedeli d’Amore, setta iniziatica di cui avrebbero fatto parte Dante Alighieri e Guido Cavalcanti, al concetto d’Amore è strettamente connesso quello di Morte. Naturalmente per Morte noi intendevano Morte iniziatica. In entrambe le parole è presente la radice mor, che in amor è preceduta dalla a privativa, come nel sanscrito a-mara, che significa immortale. Amore è immortalità.