Di settembrevi do diletti tanti: falconi, astori, smerletti, sparvieri; lunghe, gherbegli, geti con carnieri, brachette con sonagli, pasto e guanti; bolz’e balestre dritt’e ben portanti, archi, strali, ballotte e ballottieri; sìanvi mudati guilfanghi ed astieri nidaci e di tutt’altri uccel volanti, che fosser buoni da snidar e prendere: e l’un a l’altro tuttavia donando, e possasi rubar, e non contendere, quando con altra gente rincontrando; la vostra borsa si’ acconcia a spendere, e tutti abbiate l’avarizia in bando.
“Non siate avari”, dice il poeta ai destinatari del sonetto, “là dove doveste incontrare con altre persone; vedete quanti divertimenti vi metto a disposizione”.
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