Tanto m’aggrada il tuo comandamento

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Su dantepertutti.com del 22.8.2015

Nelle tenebre di un ampio pianoro si vede un lucore smeraldino e si ode un leggero e progressivo ansare. Virgilio e Beatrice sono al centro di questo lucore. E parlano, parlano… e di tanto in tanto emettono sospiri.
Che si vanno a mischiare con quelli delle anime del Limbo, la dimora eterna assegnata a Virgilio. Dove l’ha trovato Beatrice. Ci sembra di udirlo questo ansimare. I sospiri sono palpabili. Si potrebbero quasi sfiorare.

Virgilio così torna in evidenza, dopo che, in rispettoso silenzio e annuendo partecipe, si è posto in ascolto di Beatrice. Che, venutolo a trovare, lo ha supplicato con gli occhi lucidi di correre in soccorso del suo Dante, il quale si trova tanto impedito nel cammino su per il declivio solitario che lo condurrà alla salvezza. Tutto ciò, nel cuore del secondo canto dell’Inferno.
E Virgilio, dopo che Beatrice gli ha promesso di tessere le lodi per lui al cospetto di Dio, con voce ferma le risponde: “O signora della virtù morale, la sola per cui il genere umano si eleva su tutte le creature terrene, tanto m’aggrada il tuo comandamento, che se già ti stessi obbedendo, m’è tardi; più non t’è uo’ aprirmi il tuo talento. Ma dimmi la causa per la quale non esiti a scender qua giuso in questo centro de l’ampio loco ove tornar tu ardi”.
A questo punto, lo vediamo tornare al contegno di poco prima: massimo rispetto e compartecipazione verso quella fanciulla dal cuore tenero, che tiene così tanto al proprio amico. La replica della quale non si farà attendere.