Dente di leone, un soffione nel vento

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C’era una volta un dente di leone, che appena uscito dalla terra, prese alla lettera il nome che gli fu attribuito e cominciò a pensare di essere veramente un leone. Ci si potrebbe anche chiedere da dove gli veniva quest’idea alquanto strana, in quanto uscito dalla terra in un prato qualunque, mica nella giungla! E non solo: pensato da tanti (ovviamente non dagli inguaribili sognatori, che alla sola vista di un soffione, si emozionano) una pianta infestante e indesiderata.

Però lui le sentiva le storie raccontate dalle fate, ancora prima che nascesse. Quando era ancora un seme e le fate lo cullavano con i loro canti e racconti sul mondo i cui sarebbe cresciuto.

“Dente di Leone” prese atto della sua importanza, e non si accontentò affatto di restare basso come i suoi simili. Mise tutta la volontà che aveva nelle sue radici e spinse più in alto possibile il fusto sulla cui punta sarebbe brillato il fiore più bello: la testa del leone con la sua chioma gialla ed i suoi denti appuntiti. Non stava più nelle foglie dall’orgoglio.
Le altre piante intorno a lui lo vedevano un po’ strano, con la sua voglia di emergere e di essere diverso. Gli dicevano di non avere fretta e di non salire troppo in altro, ci si sentiva più al sicuro in basso, con le altri. Anche se sarebbero state raccolte, c’era più probabilità di sopravvivere in mezzo a loro, che spuntare verso il cielo, come un uccello.

“Forse non avete capito: io non sono un uccello, sono un dente di leone! Che vi entri bene in testa!”.

Un bel giorno però, i suoi sforzi non davano più risultati: aveva finito di crescere.
Con sua meraviglia, non ebbe tempo di sopraffarsi dalla tristezza, in quanto in punta al fusto si apri una corona di un colore giallo brillante e che lo lascio senza… clorofilla.
“Sono proprio un Leone!” si disse felice mentre era accarezzato dai raggi del sole.
Con il passare dei giorni però, si sentiva sempre più solo. Il fatto di avere la “testa fra le nuvole” cominciò a pesarli. Essere il più alto non gli dava più soddisfazioni, nessuno l’ammirava dal basso, perché nessuno vedeva i suoi petali gialli e la sua corona.

“No! Sto sbiancando! Che succede alla mia bella corona?” si chiese un giorno spaventato, quando vide i suoi bellissimi petali gialli diventare bianchi.
“Se tu fossi rimasto in mezzo a noi, avresti saputo che questo è il nostro destino! Stiamo cambiando amico, siamo in continuo cambiamento!”.
Non capiva perché, ma si sentiva più leggero. Accettato il cambiamento, non gli dispiaceva il pon pon che aveva al posto della corona.
“Stai attento al vento!” gli dissero anche. Ma non fece in tempo a chiedere perché, che proprio in quel momento si alzò un vento forte, senza pietà.
E lui si sentì come un leone con la chioma al vento.


Racconto di Budau Daniela