Il Coronavirus creato in laboratorio. Queste voci girano dall’inizio dell’epidemia. Si parla di teorie complottiste o di fake news. E poi ancora falsi video contraffatti di Rai Tre uniti ad anticipazioni in serie tv asiatiche su Netflix (vedi video).

Questa notizia sembra sempre più essere veritiera e sempre meno un complotto. Ne parla infatti il Washington Post affermando che non si esclude che questo virus sia stato proprio creato in laboratorio a Wuhan.

“Stiamo conducendo un’indagine completa su tutto ciò che possiamo ottenre sulle cause di diffusione del virus che ha infettato il mondo e causato una tale tragedia”. Queste sono le parole del ministro degli Esteri americano Mike Pompeo su Fox News.

Si ritiene che il nuovo coronavirus sia apparso alla fine del 2019 in un mercato all’aperto nella città cinese di Wuhan, dove vengono venduti animali esotici vivi.

Gli esperti hanno scoperto che è simile ad un virus trovato nei pipistrelli, che si sarebbe mutato e trasmesso ad una delle specie vendute in questo mercato, da dove il virus ha poi infettato l’uomo. L’animale in questione non è però ancora stato identificato con certezza.

I media americani hanno comunque riportato negli ultimi giorni informazioni che aprono altre piste. Ovvero che il coronavirus creato in laboratorio non sia proprio una bufala:

Secondo il Washington Post, l’Ambasciata degli Stati Uniti a Pechino, ha visitato l’Istituto di virologia di Wuhan, 2 anni fa, allertando a più riprese il dipartimento di Stato Americano sull’inadeguatezza delle strutture del centro che effettuava delle ricerche sul coronavirus direttamente sui pipistrelli.

Fox News riporta che “diverse fonti”, non specificate confermino l’ipotesi che l’attuale coronavirus provenga dallo stesso laboratorio di Wuhan.

A differenza di diverse teorie della cospirazione ampiamente negate dagli esperti, secondo le quali avrebbe potuto essere un agente patogeno creato dalle autorità cinesi, o addirittura un’arma batteriologica, imedia americani evocano  lo scenario di un virus naturale, studiato in il laboratorio.

Secondo questa tesi la fuga del virus non é volontaria ma deriva da errori nel protocollo di sicurezza. In questo caso il primo contagiato, il famoso paziente zero, sarebbe proprio un dipendente del laboratorio di Wuhan

A tale scopo un portavoce della diplomazia cinese, Zhao Lijian, è stato interrogato qualche giorno fa ed ha, ovviamente direte voi, negato questa possibilità.

I vertici dello stato americano, però, rifiutano di escludere questa pista e anzi sembrano accreditare questa traccia con sempre più convinzione.

Lo stesso segretario di Stato americano afferma a gran voce di essere sicuro che il virus sia nato a Wuhan.

Il coronavirus creato in laboratorio a Wuhan?

Aspettiamo altri elementi nei prossimi giorni ma sarà difficile che il governo cinese fornisca i presupposti necessari affinché ci sia trasparenza su quello che é avvenuto e sta avvenendo nei dintorni di Wuhan.

Speriamo di sapere la verità quanto prima e mettere nel dimenticatoio questa brutta storia.

Una cosa è certa la Cina pecca di trasparenza. Se volessero evitare polemiche potrebbero dimostrare il contrario, ovvero fornire la prova certa che in codesto laboratorio non hanno fatto tali esperimenti. Dovrebbero dunque provare che il paziente zero non è un dipendente dello stesso laboratorio. Washington Post ora parla di errori del laboratorio e non di diffusione volontaria. La tesi sembra fondata e meno “complottista”. Sta alla Cina smentire con prove concrete ed evitare strumentalizzazioni o giochi di potere da parte degli USA.

Le autorità cinesi hanno tutto l’interesse a smentire questa cosa perché in caso contrario potrebbe generare dei fenomeni di discriminazione, razzismo e luoghi comuni tristi.