Censimento rom, quando ad usarlo è stato la sinistra

78

Censimento rom. I media mainstream si abituino a leader politici che fanno o vogliono fare ciò che dicono in campagna elettorale. Ci sta provando Donald Trump con alterne fortune (dalla lotta all’immigrazione messicana e mediorientale ai dazi contro i prodotti asiatici fino alla rivisitazione degli accordi su clima e commercio con Ue e Canada). E ci sta provando anche Matteo Salvini, che dopo aver chiusi i porti alla nave Ong Aquarius, costringendo il resto d’Europa finalmente a prenderci sul serio, in queste ore ha posto l’accento su un altro cavallo di battaglia della sua campagna elettorale: la guerra ai campi rom.

Non ha ancora parlato di ruspe, bensì di censimento nei campi rom. Ossia capire chi c’è, cosa fanno. Lo aveva anticipato a Telelombardia, usando anche parole pesanti: “I rom italiani purtroppo dobbiamo tenerli”. La “ricognizione”, spiega il capo del Viminale, riguarderà di tutti i Rom per “vedere chi, come, quanti” sono.

Contro questa eventualità c’è stata la solita levata di scudi della sinistra o di quello che ne resta. Nonché delle associazioni vicine al mondo nomade. Si parla di razzismo, si evoca quanto fatto dai nazisti contro gli ebrei. Nonché dai fascisti nel ‘38, preludio ai campi di sterminio.

Ovviamente si esagera, un censimento rom sarebbe in fondo giusto, nonché già attuato dalla sinistra.

Salvini ha comunque abbassato i toni intervenendo nel ribadire che con il premier c’é massima intesa e che le priorità sono altre. Ha, inoltre, anche mediato sulle modalità di intervento.

Sul tema é ovviamente imbarazzato il Movimento Cinque Stelle, costretto a rincorrere in continuazione l’effervescenza del suo alleato.

Vuoi saperne di più sui retroscena di un possibile Censimento Rom?

CONTINUA A LEGGERE