Quali sono gli effetti psicologici del Coronavirus? Quali sono i danni che può arrecare alla nostra salute mentale? Questa evenienza inaspettata ha costretto le persone a mettere in pratica strumenti preventivi a cui non era abituata.

In questa occasione, sono stati pubblicati, su the Lancet, due importanti studi.

  1. Il primo, The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence.
  2. Il secondo, Timely mental health care for the 2019 novel coronavirus outbreak is urgently needed.

Cerco di esporne, in estrema sintesi, il loro contenuto chiarendo, quindi, quali sono gli effetti psicologici del Coronavirus.

Durante l’isolamento, i principali fattori che generano nervosismo sono, principalmente, i seguenti:

  1. Il periodo dell’isolamento.
  2. L’incapacità di decifrare, nel modo corretto, l’enorme mole notizie, diffuse, in poco tempo.
  3. L’insoddisfazione per la privazione della libertà.
  4. L’angoscia di un probabile contagio. A detta, degli autori dello studio, gli effetti principali della segregazione sociale, sono stress post-traumatico, confusione, rabbia, depressione, ansia e insonnia. Questi disturbi potrebbero durare anche mesi. Coloro che dovrebbero ricevere un efficace sostegno psicologico, sono:
      1. i pazienti, compresi i casi sospetti;
      2. il personale sanitario.

Per quanto riguarda i primi, il maggiore pericolo è la paura incontrollata, che sfocia nell’angoscia, il senso di colpa nei confronti della comunità.

Per quanto riguarda i secondi, il timore, per l’alto rischio di contagio, a cui sono sottoposti quotidianamente.

Turni estenuanti, incertezza della terapia, preoccupazione.

Gli autori mettono in evidenza la necessità di interventi a sostegno della salute mentale, suggendo alcune strategie. Cito, per sintesi, tra le tante, quelle che potrebbero essere utili, in questo frangente:

  1. Avere una squadra composta da più professionisti (composti da psichiatri, psicologi e infermieri) a supporto sia della popolazione sia del personale sanitario.
  2. Assicurare che le informazioni relative alla propagazione del virus siano semplici da comprendere.
  3. Possedere apparecchiature elettroniche che agevolino la comunicazione tra paziente e medico curante, ma anche per avere sostegno psicologico.
  4. Fare una valutazione periodica, per pazienti e sanitari per l’insorgenza di depressione, ansia che può andare fuori controllo.

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