L’equilibrista

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Tutti siamo equilibristi, è la metafora della vita, tutti lottiamo contro mille insicurezze, mille incertezze. Il circo è la casa dell’equilibrista, il circo è poesia, e lui ne è il rappresentante, con portanza da nobile. Non ti guarda negli occhi, non lo può fare, deve contrastare con il nulla sconosciuto, un nemico che non vede e non può toccare, un nemico che non bisbiglia, né sussurra, è solo una sensazione, un pensiero. Ma a te rimane il suo brivido, la sua fatalità, la sua fierezza, il suo movimento preciso, il tuo e il suo sospiro finale. Il suo compito è cultura antica, deve sempre salire, deve stupire, è la metafora della vita.

Ipotizzo che questo personaggio, che incute rispetto e nostalgia, i cui sogni li deve andare a prendere in alto, che ogni passo è un attimo strappato alla vita, possa un giorno volare, che qualcuno mosso da pietà, lo allontani dalla morte che gli viaggia daccanto, anche perché lui sa fare quello, senza voler sfidare nessuno, non chiede indulgenze, è il destino che gli ha messo un filo sotto le scarpe.

Tutti siamo equilibristi, siamo come le foglie oramai arrossate sugli alberi. La vita ci chiede questo, e il veder lui ci rende coraggio. Non so se un giorno potremo tutti insieme, tranquillamente, camminare sulla strada sicura e con la mano lambire la spiga di grano, senza dover quotidianamente sfidare qualcosa o qualcuno.

L’equilibrista

Per vivere contrasterà con

un nemico invisibile,

il nulla sconosciuto.

L’equilibrista è un nobile decaduto,

tanto è raffinato il suo movimento,

non si scompone,

sa rimediare l’errore,

l’aria è intrisa dal suo sesto senso,

dalla sua capacità di comunicare con il vuoto.

Lui ci cammina sulla testa,

per vivere ci deve stupire.

Forse un giorno potrà cadere,

ma non griderà,

perché qualcuno avrà pietà

del suo combattere,

e lo farà volare.

E lui, finalmente,

domerà il nulla sconosciuto.