Figli vs genitori
Mi sono sempre chiesta come sarei stata come mamma, ma sempre come entità astratta, non palpabile, lontana.
Ora che, dopo quindici anni, mi ritrovo dall’altra parte della barricata, a dovere fronteggiare tre figli dei quali due pre-adolescenti e problemi “che mamma tu sei vecchia non ti rendi conto” allora mi sono rivista un po’.
Detestavo mia mamma quando mi dava e imponeva orari precisi, quando non dovevo sgarrare altrimenti la sera dopo non sarei uscita: nota bene si usciva solo la domenica pomeriggio e quando erano in buona il sabato sera, coprifuoco alle ore 23!
Ora si metterebbero a ridere tutti credo, visto che non sei poi tanto figo se non esci dopo mezzanotte e torni a casa dopo la colazione.
Quindi ieri sera quando in maniera molto seria mio figlio ,il primogenito , quasi 13 anni di vita si siede a tavola ed esordisce con la perla di saggezza del giorno, resto un attimo allibita e rifletto bene su quanto i tempi siano cambiati;
“Allora mi mancano cinque anni poi faccio quello che mi pare mamma”..
Ho qualche secondo di vantaggio per non ridere dato che sto cucinando, per ricompormi e girarmi verso di lui, volevo capire a livello pratico cosa dovevo aspettarmi dalla svolta epocale da lì a pochi anni;
“cosa farai dopo Dany ?”tento di rispondere in maniera interessata ma non troppo, senza alcuna ironia per non ottenere l’effetto contrario, composta come se stessimo parlando di cose davvero mai sentite e vissute;
“giocherò al cellulare quanto voglio intanto, poi andrò al parco e non ascolterò l’orario che dici tu ma tornerò quando voglio; sono d’accordo con i miei amici faremo tutti così.”
Il sabato sera andiamo a mangiare la pizza poi in discoteca. E quando torno resto a dormire dai nonni.
La giornata mi aveva stancata ma rimaneva comunque la voglia di vivere questo momento in maniera allegra e idonea alle circostanze….
“solo questo?!”beh giustamente sei maggiorenne dopo non posso dirti molto hai ragione….guardo suo fratello che mi osserva come per capire se sto parlando seriamente oppure no, gli strizzo l’occhio.
Il ribelle continua a mangiare tutto serio e composto, come se finalmente avesse esposto le sue condizioni e fossimo già arrivati a mettere in chiaro dove potevo arrivare io con il mio potere e dove avrei presto dovuto fermarmi.
Ricordo bene che alla sua età, quindi in pratica nove anni, io pensavo ancora a quando sarebbero arrivati i regali sotto l’albero di Babbo Natale, il cellulare ancora non era nemmeno nei pensieri lontani e il pomeriggio giocavo con le amiche in giardino oppure a casa di qualcuna, arrivando a casa prima dell’orario di cena, abbastanza preciso e tassativo.
Soprattutto non ho mai sopportato quando le persone più grandi di me dicevano che i bei tempi non esistevano più, che tutto era ORO solo quando erano loro i figli, che i ragazzi di oggi cosa vuoi che capiscano.
Quindi avevo fatto tesoro di questo e mi ero ripromessa di non fare e dire le stesse cose anche se ,in effetti, ieri sera ho iniziato ad avere qualche dubbio a riguardo e rivedere un po’ il fatto che i tempi cambiano sul serio e forse siamo noi che non ce ne accorgiamo o troppo tardi.
Sentirsi vecchi e superati a 41 anni è una brutta sensazione, devastante, ma ne prendo atto e proseguo.
“Quando arriva papà lo dico anche a lui” prosegue… Così interviene il secondo e mi comunica che ha intenzione di farsi accompagnare dal barbiere e colorare il ciuffo di blu. “E’ veramente figo mamma, lo voglio fare”.
“Che bisogno c’è di farsi i capelli blu?” sussurro..
Chiudo gli occhi e respiro a fondo, un giorno so che riderò di questo per cui ora non devo rovinare questo momento in cui pensano che avere tutta la responsabilità di un adulto sia semplice.
Il piccolo (sei anni ) si distrae un attimo dal gioco che stava facendo e mi guarda …”anche io faccio come Daniele”….
Aiutatemi………!!!!!!!