Marco Capotondi accusato dalla magistratura e licenziato senza prova alcuna.

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La giustizia è uguale per tutti. O quasi, ci verrebbe da dire.

Oggi parliamo di una storia, quella di Marco Capotondi. E’ una vicenda pesante perché sa di stranezza e profuma di assurdo. Giudicate voi guardando le immagini nel video “Non Cederà di un Millimetro“. Marco Capotondi, di Senigallia (AN) accusato Dalla Magistratura di Ancona, per Concorso Morale In Furto, senza prova alcuna. Colpevole solamente di essere al lavoro nella Raffineria Api a Falconara Marittima. Così dopo 32 anni di lavoro, sempre nella stessa Raffineria, il Signor Capitoni è disoccupato, con una famiglia a carico e costretto, quando possibile, a lavorare in nero.

Riportiamo di seguito alcune delle sue dichiarazioni:

“Il sottoscritto Capotondi Marco, abitante a Senigallia in via Guercino n. 4/b, dopo 32 anni di lavoro in raffineria API è stato condannato per concorso morale nel furto di gas propano liquido ai danni della raffineria. Per la sentenza penale non è bastato che non fossi mai presente nelle immagini girate dalla Guardia di Finanza che documentano i furti: per i Giudici NON POTEVO NON VEDERE CHI COMMETTEVA LA FRODE!

Ma io non ho visto, non ho rubato, non ho preso denaro!

Per due volte due differenti Giudici del Lavoro mi hanno reintegrato al lavoro individuando una “carenza di prova nel coinvolgimento di Capotondi in ciascun carico fraudolento” e ritenendo “che il contenuto di tale sentenza penale non fornisca alcuna ragionevole certezza sulla responsabilità personale del sig. Marco Capotondi”! Alla fine l’API e i suoi avvocati hanno motivato il mio licenziamento ritenendo “assurdo, impensabile, illogico ipotizzare che il Signor Capotondi non sapesse, non vedesse, non partecipasse — quanto meno moralmente — della condona criminosa”.

A 58 anni sono senza lavoro ma ribadisco che non cederò di un millimetro per ribadire la mia estraneità ai fatti, per farmi restituire la dignità che mi è stata rubata. Lo farò in tutte le sedi possibili, lo farò con tutte le persone che intenderanno ascoltarmi…” 

La lotta di Marco Capotondi continua.

Non si è mai arreso. Ha addirittura tappezzato la città di Ancona e Falconara con dei manifesti. “Forse devo morire” scrive, preso dalla disperazione di avere giustizia. Un uomo che cerca di provare in tutti i modi la sua innocenza per riavere la propria libertà. Il 9 Giungo 2017, Marco Capotondi avrà forse la sua ultima chance durante il processo in Cassazione.

Ci auguriamo che la verità trionfi e che Marco Capitoni possa riavere il suo lavoro e riprendersi la vita e la dignità che gli spetta.