“Dopo che mi ebbe detto questo…” Virgilio riannoda in tal modo il filo del discorso con Beatrice, venuta a cercarlo nel Limbo dove egli si trova esiliato a condurre la sua esistenza eterna. Li vediamo immersi entrambi nel chiarore del cono di luce, che si staglia sullo sfondo quasi facendo violenza alle tenebre profonde del luogo. Caro lettore, abbiamo imboccato la dirittura d’arrivo del secondo canto dell’Inferno.

“… mi guardò con gli occhi lucidi e lacrimanti, per la qual cosa sono venuto così rapidamente”. Enuclea il suo pensiero Virgilio, mentre immaginiamo il Sommo Poeta che, con lo stupore impresso sul volto emaciato, continua a fissarlo senza far motto. “E sono giunto da te così come su fu il suo desiderio: mi sono frapposto fra te e quella bestia che ti ha precluso il cammino per breve per salire al colle luminoso”, prosegue Virgilio. Che infine sbotta: “Dunque: che cosa c’è? perché, perché ti fermi, perché nel cuore coltivi tanta viltà, perché non hai ardimento e decisione, poscia che tai tre donne benedette ti proteggono dall’Empireo, e il mio discorso ti fa ben sperare nella salvezza eterna?”

Detto ciò, Virgilio si pone con fiducia in tacita attesa, incuriosito dalla piega degli eventi. E noi, con lui, aspettiamo con altrettanta fiducia la reazione del poeta.

@ POSCIA CHE TAI TRE DONNE BENEDETTE
Da dantepertutti.com del 6.12.2015