Onirica storia greco-romana.

Possono le ombre del passato risiedere nel pensiero dell’uomo moderno?

Un quesito quasi amletico che s’insinua nella mente quando, assorto, penso ai fasti dell’antichità.

Cammino a piedi nudi, lungo pianori e colli, panorami eccelsi si allargano all’orizzonte.

Statue greche, gradini millimetricamente assemblati da feconde menti matematiche ed artistiche.

Vivo il senso della storia, trafitto dalla beltà di un anfiteatro greco, sento voci di attori in procinto di declamare versi, mescolati a rauchi fonemi di tragedie.

Vedo Eschilo a spasso con Aristofane, Socrate che tramanda concetti filosofici a Platone che gioca un pò festoso con Aristotele.

Un film in bianco e nero, contornato da scene di caccia e immagini rupestri, busti di bronzo
che inneggiano al fasto più convulso.

Bighe di gladiatori avanzano verso l’arena.

Vedo la morte e il sangue, greci e romani che danzano al suono di cetre e lire, sinuose ancelle coperte da vesti trasparenti.

Enea che fugge da Troia, Creusa col figlioletto al seno, Anchise morto di vecchiaia.

Osservo Roma in fiamme, Nerone ucciso dalla folla, Pompei coperta da lapilli, lupanare d’amori occasionali.

Vedo la storia negli occhi del domani e mi addormento.

Questo sogno profuma di saggezza!

 

Onirica storia greco-romana – di Sebastiano Impalà

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