So far tutto, forse niente (più veritiera la seconda ipotesi)

La maturazione raggiunta nel corso degli anni mi ha finalmente aperto gli occhi. Forse ciò che scrivevo poteva a volte essere decente, ma non di una qualità tale da ambire agli scaffali di una libreria, se non la mia.

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Fin da piccolo sono stato timido, ma proprio tanto, e allo stesso tempo equipaggiato di una notevole fantasia e una scorta di (auto)ironia che spesso mi hanno aiutato quando dovevo stemperare le difficoltà quotidiane. Certo, a volte arrivavo a vedere semplici collinette come altissime montagne ma allo stesso tempo nella mia mente imparavo a costruire un macilento aeroplano che mi aiutasse a oltrepassarle. Normalmente quando si è timidi non si sogna di intraprendere una carriera che ti metterà a contatto con una moltitudine di persone. Nonostante ciò, da adolescente mi ero convinto di possedere la voce di un usignolo e sognavo di diventare un cantante. Nel frattempo scrivevo poesie e racconti, spesso autobiografici, quindi ammantati di una malinconia che potrei tranquillamente includere nei segni particolari sulla carta d’identità.

Mi sarebbe piaciuto poter pubblicare i miei scritti, raggiungendo una platea se non proprio vasta quantomeno maggiore del numero di inquilini del condominio dove risiedo.

Per fortuna non sono caduto preda di una delle tante case editrici di dubbia moralità che ti propongono un posto nell’empireo degli scrittori, alla modica cifra di qualche migliaio di euro e dell’onere di vendere da solo la maggior parte delle copie. La maturazione raggiunta nel corso degli anni mi ha finalmente aperto gli occhi. Forse ciò che scrivevo poteva a volte essere decente, ma non di una qualità tale da ambire agli scaffali di una libreria, se non la mia. Alla fine ho scelto di stampare tutti i  racconti all’interno di libri assemblati tramite un sito web e di ordinarne una copia da tenere a casa. Ero indeciso se dedicarmi anche un autografo, ma temevo di esagerare con lo sdoppiamento di personalità.

Infine eccoci giunti all’ultimo capitolo dei miei vaneggiamenti pseudo artistici.

Intorno al 2013  imperversava il tormentone Gangnam Style e un amico aveva proposto a me e ad altri di registrare una nostra versione dei passi di danza esibiti nel video della canzone. Cercando di vestirmi in maniera simile a Psy avevo subito raccolto la sfida. Più che la Febbre del sabato sera la mia esibizione assomigliava ai Conati della domenica mattina, ma quello è stato l’input per reinventarmi con un nuovo hobby: la realizzazione di brevi video comici. Tuttora, nei primi mesi del 2019, continuo saltuariamente a realizzarne qualcuno, appena concretizzo una delle  idee che mi guizzano in testa. Se avrete avuto (ne dubito) la pazienza di arrivare fino a questo punto dell’articolo, mi permetto di lasciare qualche contatto per seguire sul web le mie ignominiose imprese.

Ho infatti un canale YouTube all’indirizzo https://www.youtube.com/user/futurebrain e una pagina Facebook chiamata “Enrico’s corner”. Digitando su Google “Enrico Arlandini” a vostro rischio e pericolo potrete invece imbattervi in qualche racconto o poesia del sottoscritto.

So far tutto, forse niente (più veritiera la seconda ipotesi) – Di Enrico Arlandini