Sarei curioso di sapere che cosa ne pensano i Teologi, la scienza ideologica che studia Dio. Topi o formiche?
Ritornando a casa in aereo da un brutto posto, un po’ stanco e deluso dalle cattiverie del mondo nelle mani e piedi di corsari dagli occhi bendati, ad un certo punto per divagare la mente, apro il portatile e combinazione mi appare una interessante recensione sui topi. Pare che siano divenuti numerosi al punto che in molti paesi sono costretti ad allevare gatti guerrieri appostati sugli alberi con fionde e lance alla ricerca dei topi stessi.
Il titolo dell’articolo era: “Uomini e topi – Se l’uomo scompare la vita intelligente ricomincia dal topo”.
Non nascondo che il titolo è riuscito ad attirare la mia attenzione. Ma dopo i primi paragrafi con indosso un po’ di stanchezza pregressa, mi sono addormentato.
Non immaginate che cosa significa addormentarsi con il pensiero del topo, un essere disprezzato non soltanto dall’uomo ma anche dal regno animale.
Effettivamente, il topo non ha il senso del gusto e mangia di tutto, persino la carta e la plastica.
In Australia i cavi elettrici e telefonici interrati sono ricoperti da una guaina di acciaio, perché ti lasciano senza luce, senza telefono e rosicchiano persino i componenti del televisore. Fra l’altro il topo é un ottimo arrampicatore ed anche un perfetto nuotatore.
In sostanza il topo è la bestia più bestia del creato dopo il bipede Politico.
Nel sogno mi trovavo in un aereo guidato da topi e tutti i passeggeri erano topi. Per salvare il mondo, la NASA ha dovuto ricorrere all’incesto con i topi, altrimenti l’essere umano sarebbe scomparso del tutto, invece così facendo hanno creato l’uomo topo, oltre all’uomo ragno, l’uomo politico, l’uomo spirituale, il cantastorie, il menzognero e il venditore di morte.
Per fortuna che ad un certo punto ho sentito qualcuno bisbigliare: “Signore, Signore, si svegli, siamo arrivati.” Aprendo gli occhi a mia sorpresa trovo una bellissima Hostess la quale con un sorriso aggraziato mi è rimasta vicino fino al mio accertato risveglio, poi se ne va sculettando e guardando indietro per essere certa di aver risvegliato anche i miei sensi, e siamo scoppiati a ridere entrambi. Diversamente dalle convinzioni sui topi, che nel corso della descrizione hanno anche il dubbio della scienza, mi sento più libero nell’esprimere il mio parere anche sulle formiche.
Per essere certo di non sbagliare dato che di bestie non me ne intendo, sono sufficienti quei bipedi che conosco nel mio entourage e per completare il mio pensiero, sono andato alla ricerca di informazioni sulla formica che ritengo l’essere più intelligente, più progredito e con un senso più reale della vita.
In Internet trovo: Darwin, Evoluzionismo e Darwinismo: Filogenesi delle formiche di Marco Ferrari. Sono tra le forme di vita dominanti in moltissimi ambienti terrestri e le loro 11.800 specie vivono dai deserti alle città nelle nostre case sino alle giungle più fitte.
Le formiche hanno conquistato il mondo grazie soprattutto agli adattamenti della vita sociale, che mette a disposizione dei riproduttori milioni e milioni di operaie (in gran parte) sterili e pronte a sacrificarsi per le proprie sorelle.
Uno studio scientifico approfondito che ha preso in esame sei geni della famiglia (apparso su Science il 7 aprile 2006, e il cui abstract è raggiungibile qui) ha portato infine a chiarire i rapporti tra le varie sottofamiglie, ma soprattutto a capire quando, e soprattutto perché, le formiche abbiano avuto una così incredibile esplosione di specie.
Secondo gli autori, dell’università di Harvard e di quella della Florida, le formiche nacquero almeno 140 (forse 168) milioni di anni fa, e rimasero una parte marginale della fauna per circa 50 milioni di anni. Improvvisamente nel periodo compreso tra il Cretaceo e l’Eocene il numero di specie esplose letteralmente.
Gli autori fanno coincidere questa diversificazione ecologica estrema con il sorgere delle Angiosperme, che precedono di poco la nascita delle specie di formiche.
Le angiosperme diedero origine a foreste, praterie e altri ecosistemi perfetti per aumentare le nicchie ecologiche a disposizione di specie adattabili come le formiche.
In questo modo si sono formati due grandi gruppi di specie che comprendono da una parte le formiche predatrici e dall’altra praticamente tutte le altre specie, dalla tagliafoglie alle coltivatrici di funghi, alle legionarie.