TRUMP DYNASTY, Ivanka e Jared cambiano casa.

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MIAMI.  Tra beatitudine e dannazione. Quella dei Trump si conferma la storia di una felicità tutta da inventare. Una storia comune, insomma. Una storia in cui eternità e materialismo si mescolano al bisogno di essere umani e di restarlo in se stessi fino a quando non arriva la classica stangata.

Ebbene sì. L’enorme voglia di cambiamento degli americani sembra aver contagiato anche la figlia di Donald Trump. Lady tradition, la continuatrice dell’opera paterna, non si lascia scoraggiare da quello che ha tutta l’aria di essere un successo insperato, che ha lasciato di stucco lo stesso Joe Biden, adesso Presidente degli Stati Uniti d’America. Il quarantaseiesimo, per la precisione. Un nuovo inquilino alla Casa Bianca per quella che si preannuncia come un’epoca di consolidamento e restauro delle strutture che danno vita al sistema politico degli Stati Uniti d’America. Avrà tempo per dimostrare quello che tutti sappiamo.

L’America è un grande paese-  su questo non ci piove- e “Sleepy Joe” sembra fin troppo sveglio per non avere le idee chiare sul da farsi. Riportare gli americani al primo amore -a quella sana passione per la politica- pare un’impresa assai ardua, ma il nonno più amato d’America sembra avere tutte le carte in regola per dare forma al tronco della tradizione.

Intanto Ivanka Trump, la bella ereditiera  -già prima tra le prime, per bellezza, nella classifica delle Top Ten di “Forbes”- si concede un nuovo inizio con il bel maritino, Jared Kushner. La coppia –una tra le più amate del jet set internazionale- dopo il successo delle “vacanze romane”, continua a far sognare l’Italia e il mondo con un nuovo business.  Il New York Post riporta la notizia di trattative ancora in corso che riguarderebbero un’ex proprietà del cantante spagnolo Julio Iglesias. Una tenuta nella contea di Miami-Dade del valore di circa 31,8 milioni di dollari.

Di cosa si tratterà?

Dell’ennesimo fenomeno di avanguardismo o della decisione di aprirsi a nuove avventure? La sostanza non cambia. Anche questa scena non ha grandezza, nonostante i comuni interessi dei gruppi che annunciano l’apertura di nuove filiali proprio da quelle parti. A pesare il confronto con una generazione che ha appena cominciato ad esprimersi, evidente. Ci voleva forse un pizzico di fortuna in più? Ecco spiegata la rabbia di Trump che, in questo momento, dà voce all’industria statunitense. Non ci sta ad incassare questo affondo, alla luce dei fatti.

Come dargli torto.

 La linea dura di Biden, stando le cose come stanno, rischia di far crollare a picco l’economia. Laddove dovesse confermarla, ci mancherebbe. Il neopresidente sembra trovare ispirazione nella psicanalisi e nello strutturalismo –una saggia decisione, visti  i tempi e la sfiducia nel progresso, alimentata dalla pandemia di COVID19- ma anche una scelta di contrapposizione e di consolidamento del muro  degli stereotipi e delle opere aperte che riducono la possibilità di porre problemi arditi e conducono alla massificazione della tradizione, fino al punto da soffocarla nelle radici di una storia ibrida e lontana.