Una serata.

Serata come tante, in giro per il paese.
Vedo un ristorante pizzeria,
non ho fame, ma una birra mi farebbe piacere.
Entro, quanta gente,
quanta bella gente,
quante belle ragazze, quante belle donne.
Però…. ecco che in mezzo a tutte le persone,
una donna, che spicca tra tutta la massa.
Bella tra tutte, splendido viso da principessa di altri tempi,
incantevole, il mio primo impulso quello di baciarla.
Desiderio forte, ma impossibile.

Ecco che una voce mi distoglie,
desiderava qualcosa signore?

Si grazie, se possibile una birra chiara,
prego, si accomodi se lo desidera,
grazie.
Sorseggio la birra fresca,
dall’interno del bicchiere visualizzo il suo viso,
troppo bello,
e non posso fare nulla,
nemmeno insistere a guardarla incantato.
Finisco la birra, pago ed esco,
mi soffermo un attimo sulla porta,
ancora uno sguardo…
Bellissima, non posso baciarti,
addio bellezza stellare.
Ti ho visto, ti ho amata.
Tutto in un attimo è successo, tutto in un attimo è finito.
Sono fuori, in giro in questo paese, continuo la mia passeggiata.
Una volata di vento mi investe,
ecco un po’ di polvere sugli occhi, mi fa lacrimare un occhio, mi scende una lacrima,
questo vento fastidioso….

UNA SERATA di Nico Colani

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Nico Colani nativo di Genova. Si diploma elettricista e in elettronica ed in seguito la sua passione per il digitale lo vede applicarsi da autodidatta in informatica e sviluppo web, poi è titolare per vari anni di una piccola impresa di trasporti. Nico assiste al fiorire di periodi di grande boom industriale ed economico per l’Italia partecipando anche a varie attività sindacali per la tutela dei diritti lavoratori. Eterno pensatore e provocatore, Nico Colani si è sempre impegnato, attraverso vari mezzi di comunicazione come il suo blog decennale di satira “Guanot” e più recentemente con “Il Macigno” ad individuare i grandi paradossi sociali nella vita contemporanea fino ad estrapolarne le sue dissonanze. Il suo è non solo un invito a meditare, ma a sollecitare pareri al fine di aiutare la propria società a ristabilire gli equilibri sociali, culturali ed economici persi nei cambiamenti generazionali dove si è scelto di crescere e maturare senza consapevolezza storica e culturale del proprio paese di origine. Il suo motto è sempre stato “Ruit Hora”, ovvero “Il Tempo Fugge”. Isabella Montwright